La decisione del Tar Marche è prevista per il 7 maggio
Dopo il ricorso al Tar delle Marche presentato da alcune associazioni ambientaliste di Senigallia per fermare il progetto del nuovo ponte Garibaldi, arriva anche il controricorso. Ad avviare questo nuovo procedimento è il “Comitato tra 2 fiumi – Le imprese per il territorio“, uno dei raggruppamenti costituiti da cittadini e aziende danneggiate dall’alluvione del settembre 2022. La decisione del Tar Marche sulla sospensiva è prevista per il 7 maggio.
L’obiettivo del contro ricorso è evitare che il Tribunale amministrativo marchigiano possa disporre la sospensiva per quanto riguarda l’intervento da oltre sei milioni di euro, con progetto già esecutivo, che la struttura commissariale ha invece volontà di portare avanti. Il rischio è che, bloccando un processo, possa fermarsi l’intera catena di lavori di mitigazione del rischio idrogeologico e non solo. “Il ricorso coinvolge tutto il quadro normativo alla base dei lavori di mitigazione del rischio idraulico, dei ristori per cittadini e imprese, senza dimenticare le delocalizzazioni. Oltre a rigettare nell’angoscia la cittadinanza, ritarderà i lavori programmati e appaltati, lavori che, in questo periodo di bella stagione, dovrebbero al contrario procedere spediti”.
Secondo Andrea Morsucci, rappresentante del comitato nato a Ostra, uno dei territori più gravemente colpiti dal disastro di quasi tre anni fa, “l’alluvione sta ancora producendo i suoi effetti negativi sul fatturato e sulla redditività delle aziende coinvolte”; cita nello specifico difficoltà economiche legate sia alla svalutazione dei fabbricati, sia alla contrazione degli ordini, senza contare le polizze assicurative catastrofali “aumentate a dismisura”, anche di quattro volte.
Il parere del comitato – che riunisce circa 470 cittadini, famiglie e imprese di Ostra, Senigallia e di altri centri alluvionati – è che molte aziende della vallata dei fiumi Misa e Nevola avranno serie difficoltà a rilanciarsi fino a che i lavori di mitigazione non verranno completati. “Il controricorso presentato serve per proteggere il lavoro svolto in emergenza – spiega l’avvocata Roberta Alessandrini – ma anche i contributi agli alluvionati già erogati e tutto quello che c’è da terminare per la messa in sicurezza del territorio”. “II ricorso al Tar delle associazioni ambientaliste rappresenta uno schiaffo al territorio in particolare a quanti hanno subito danni nell’alluvione del 2022 e attendono la messa in sicurezza della vallata” concludono dal comitato.
