Pileri molla la Fermana: “Per omologa le motivazioni non mi convincono, sugli stipendi dico che…”

ECCELLENZA – Si ritira il gruppo imprenditoriale rappresentato dal ternano: “Mensilità vecchie ai calciatori, doveva pensarci Ruggeri e hanno chiesto soldi a me. L’ho reputata una presa in giro. Ma senza ok del tribunale parlavamo comunque del niente”

Francesco Pileri molla la Fermana che rimane dunque ai Simoni. Ora anche le parole del manager ternano confermano ciò che si era capito già in settimana (RILEGGI QUI). Pileri si è defilato tra ritardi, incomprensioni ed anche mea culpa, facendo un passo indietro con delicatezza ma puntualizzando alcune questioni partendo dall’inizio.

“Si chiude una relazione molto serena iniziata alla fine del 2024. Sono stato io a chiamare Simoni (gancio Brini, ex allenatore della sua Ternana, amico di un amico in comune, ossia l’ex arbitro umbro Vincenzo Ferone, ndr).  Per miei clienti ero interessato a una squadra di calcio di Serie D e quel Fermana-Ternana 2-1 in Serie B nel ‘99, al quale assistetti, con lo stadio Recchioni stracolmo e con il tifo assordante, ma composto e senza alcun incidente tra le due tifoserie, mi tornava spesso agli occhi. C’erano le condizioni per fare qualcosa di interessante – ha continuato -. Poi la trattativa frenò bruscamente perché la Fermana stava navigando in fondo alla classifica e prenderla in Eccellenza non era appetibile. Provai a spingere con il mio gruppo e dopo lunghe chiacchierate si aprì un nuovo spiraglio, ma le condizioni che io riportai subito a Simoni, erano quelle che, al momento del passaggio delle quote, la società doveva aver ottenuto l’omologa dal Tribunale per la ristrutturazione del debito e aver ottemperato al saldo degli stipendi dei calciatori. Tutto questo ad oggi non è avvenuto, siamo già in ritardo. Fare campagna acquisti, senza aver onorato gli stipendi dei calciatori che hanno fatto parte della società nel 2024/2025, non fa parte del mio sistema operativo. Il mondo del calcio è già difficile di suo, partire ad handicap secondo me sarebbe mortale. Devo ringraziare comunque la famiglia Simoni per l’impegno profuso e per la gentilezza e professionalità dimostrata nei miei riguardi. Spero vivamente che la Fermana torni ad essere quello che è stata nei 105 anni della sua gloriosa storia”.

Poi i dettagli più concreti. Ecco le sue verità su omologa e stipendi vecchi. “In tema omologa sono stato troppo facilone. L’avvocato Gambelli del foro di Ancona (colui che ha curato la pratica, ndr) è una persona squisita, ma ho preso visione delle motivazioni depositate in tribunale solo pochi giorni fa e mi sono spaventato. Se l’avessi fatto prima avrei detto “ciao” sin da subito. In pratica la Fermana ha motivato i debiti con il disimpegno del main sponsor Maurizio Vecchiola, ho fatto leggere tutto a mie persone di fiducia che mi hanno detto di stare attento. Siamo sicuri che il giudice accetterà leggendo una motivazione del genere? Mi auguro che si sbagli il mio avvocato… Al momento l’omologa non c’è ancora. Fermana serena e convinta che arrivi a breve? Felice per lei, ma è comunque tardi per sviluppare un progetto, perché poi ci sarebbero gli stipendi da pagare. Ho sentito qualche calciatore, nessuno della società ha fatto sapere loro qualcosa. Gli ex giocatori sono per questo delle schegge impazzite, qualcuno andrà fino in fondo e non accetterà transazioni ridotte, che oltretutto non sono state mai proposte dal club. Ho l’impressione che la squadra andrà fino in fondo. Nell’ultima riunione quei soldi per saldare le mensilità ai calciatori sono stati chiesti a me. Mi sono sentito preso in giro perché tante volte in queste settimane il dg Federico Ruggeri mi ha detto che li avrebbe pagati lui tramite un suo contatto di Osimo (azienda pannelli fotovoltaici, ndr) e invece… Io firmavo contratti miliardari quando ero nel motociclismo, ho l’esperienza per capire: mi sono sentito preso in giro”.

Non c’è stato accordo nemmeno sul prezzo di quel 55% delle quote che i maltesi avrebbero dovuto prendersi. “Eravamo pronti ad una prima immissione di 120mila euro per far fronte all’ immediato ma la Fermana giudicava la cifra troppo bassa. Loro valutavano il totale del club 300mila euro, allora ho risposto matematicamente che il 55% delle quote che avremmo voluto sarebbe valso 165mila euro. Così ho alzato l’offerta. Non sarebbero bastati nemmeno quelli. E dunque ho detto basta. Ma, al di là di tutto, senza l’omologa stavamo parlando del niente”.

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