Pieve Torina: inaugurato il tratto della Strada Provinciale 96 che collega il capoluogo a Fiume

Soddisfazione del sindaco Gentilucci: “riunito finalmente il territorio comunale”

È stato inaugurato ieri pomeriggio a Pieve Torina il tratto di collegamento della Strada Provinciale 96 che collega il capoluogo alla frazione di Fiume. Un intervento che, insieme agli altri programmati e sostanzialmente conclusi sempre lungo la provinciale, consente il ripristino del collegamento con l’intero territorio comunale di Pieve Torina e con Colfiorito. Alla cerimonia, con il taglio del nastro ed il classico brindisi, hanno partecipato, oltre al sindaco Alessandro Gentilucci, il presidente della regione Marche, Luca Ceriscioli, il presidente della provincia di Macerata, Antonio Pettinari, e l’ing. Fulvio Soccodato, responsabile manutenzione straordinaria Anas. Grande soddisfazione è stata espressa da tutti i presenti, in particolare Ceriscioli ha sottolineato come sia determinante, per l’economia dei territori interni, riattivare i collegamenti viari danneggiati dal sisma, ed ha richiamato l’importanza dell’investimento di 7 milioni di euro complessivi che ha consentito di poter ripristinare la viabilità lungo la Strada Provinciale 96 in tempi relativamente brevi. Gli interventi, attuati dall’Anas, hanno riguardato il corpo stradale, il ponte in muratura, le paratie di contenimento per le frane.

Oggi siamo qui per sancire che i soldi destinati a questa strada sono stati ben spesi” sottolinea Gentilucci, visibilmente soddisfatto. “Si tratta di lavori che finalmente hanno riunito il territorio comunale di Pieve Torina contribuendo a ricreare un clima di serenità anche per la comunità che vive questi luoghi. Entro pochi giorni affiancheremo alla viabilità stradale anche una pista ciclabile che costeggia il torrente Sant’Angelo, in uno scenario straordinario dal punto di vista paesaggistico, e che si candida a diventare un polo di attrazione turistica per tutto l’alto maceratese”.

Accorato infine l’appello del parroco di San Vito Martire in Val Sant’Angelo, don Candido Pelosi, da quasi sessant’anni sacerdote in un territorio che ama e che non vuole assolutamente abbandonare: “Noi vogliamo rimanere qui, ma per far sì che questo accada abbiamo bisogno di ricompattare la gente, la nostra gente; noi non vogliamo scappare, ed è bene che questa strada sia stata rimessa in funzione come le tante altre opere realizzate perché solo così si potrà guardare al futuro con più serenità”.

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