“Per te, don Peppe”: S.Maria in Selva stretta attorno al ricordo del parroco prima vittima del Covid

DON BRANCHESI. Il commosso intervento del vicepresidente della Regione, sen. Filippo Saltamartini. Centinaia di persone attorno al ‘monumentino’ voluto dal comitato parrocchiale treiese. Delegazioni da tutt’Italia dell’associazione ‘I Polentari’. Il presidente Angelo Brenzan: “Don Giuseppe ci manca tanto”

“Don Giuseppe ci manchi tanto. Te ne sei andato per sempre 5 anni fa offrendoti in sacrificio alla missione di sacerdote nella tuo ininterrotto percorso di accoglienza e sostegno verso tutti, nel fine ultimo nobile di unione e pace. Non ti dimenticheremo, ma ci manchi“. Cosi’ Angelo Brenzan presidente nazionale dell’associazione ‘I Polentari d’Italia’ parlando a fianco dell’altare dove poco prima un commosso vescovo Marconi, con sacerdoti della Diocesi, aveva officiato una messa solenne in memoria di don Branchesi, il parroco di S.Maria in Selva, deceduto a 82 anni (il primo nel Maceratese) a seguito del Covid all’ospedale di Civitanova Marche il 19 aprile 2020.

“L’avevo pregato perche’ offrisse il suo apostolato all’amata Cingoli dove lui era nato. Sono ormai treiese -mi rispose- appartengo a questo territorio. Poi con una delle sue battute: poi, lo sappiamlo, Cingoli e’ sorta su uno scoglio montuoso, ecco perche’ noi cingolani siamo forse scoglio…nati!”. Cosi’ a conclusione degli interventi ob memoriam il vicepresidente della Regione ed ex sindaco di Cingoli, sen. Filippo Saltamartini ha raccontato di ‘don Peppe’.
E’ stato un D-Day da iscrivere nella storia per la attivissima ‘frazioncina’ di Treia ben organizzato dal Comitato parrocchiale. Al Memorial c’era non solo il capoluogo ma dall’Italia 12 delle 18 delegazioni del ‘I Polentari’ di cui don Branchesi fu co-fondatore e presidente per 12 anni. E il Mondo stesso cui don Giuseppe guardava con spirito missionario. In particolare la sua ultima missione: il Togo, la terra degli Ultimiidove nella capitale Lome’ pure con i proventi di una pubblicazione a lui dedicata (‘Grazie Fratello’ curata da Maurizio Verdenelli, edizioni Marco Ilari) c’e’ da 4 anni la Biblioteca ‘don Giuseppe Branchesi’. In questa generosa prospettiva e’ stata fatta una raccolta in denaro a favore del centro missionario francescano del Togo da parte dei fedeli alla messa concelebrata dal vescovo.
Circa 300 i presenti alla D-Day ieri concluso con l’inaugurazione del ‘monumentino’, benedetto dal vescovo, con i simboli di don Branchesi: il mappamondo e la Madre di Dio, l’albero d’Ulivo di S.Francesco. E con lui, il piu’ popolare, ricordando pure i due predecessori e il successore Don Igino Tartabini.

Tuttavia ancor prima, il sequel di testimonianze su un parroco la cui mancanza non si e’ attenuata dalla sua scomparsa -distribuito un segnalibro con le ultime parole scritte in ospedale. In memoria di don Peppe sono intervenuti con Saltamartini e Brenzan: Gabriele Soldini (Comitato parrocchiale), Franco Capponi (sindaco di Treia), Francesco Fucili (Coldiretti, di cui don Peppe fu assistente regionale), Mario Baroni (sindaco di Muccia nel cui comune don Peppe consacro’ la chiesa ‘del sisma’), un esponente dei Corsi di Cristianita’, Mariapia Branchesi e il figlio Francesco Soldini, sorella e nipote primogenito del sacerdote.
Alla Giornata con l’ex deputato Tullio Patassini hanno partecipato il presidente di Lube, Luciano Sileoni e l’ex presidente della Provincia, Tonino Pettinari, amici fraterni di don Peppe.
Intanto all’orizzonte profilarsi un’altra iniziativa: la scultura che possa tramandare l’immagine di quest’uomo davvero straordinario. Una figura di guida e ‘maestro’ che puo’ essere avvicinata a don Lorenzo Milani, l’abate di Barbiana ‘confinato’ a Vicchio sulle alture del Mugello, in Toscana. E dalla Vicchio marchigiana dal poggio dove s’intravvede Macerata, la comunita’/Stato di Santa Maria in Selva risponde: “Noi siamo pronti” dicono al Comitato. E Gianni Savi che ha donato l’ulivo francescano a monsignor Marconi e alla folla radunata ha rivelato: “Questa pianta nota come ‘di San Francesco’ santo al quale don Peppe era devoto, non offre di norma frutti. Ad eccezione di questo: che ha fruttificato con abbondanza! Olive belle, grandi, segno di speranza. Grazie Fratello!”.
Dal confine treiese all’ingresso del paese dominato dall’antica grancia dell’Abbadia di Fiastra, la mascotte ‘Viola’ cagnolina trovatella adottata da Gabriele Soldini e dall’intera popolazione, ‘vigila’ sorridendo.

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