SECONDA CATEGORIA – Dal campo alla panca, l’ex difensore fa il vice di Gregorj Pagnanini a Ripe San Ginesio
di Matteo Meschini
Dal campo alla panchina: è durato poco il periodo “senza calcio” per Paolo Patacchini che dopo un carriera da giocatore (difensore centrale) nella quale ha girato tra Eccellenza, Promozione, Prima e concluso in Seconda a Petriolo nella stagione 2022/2023, per poi iniziare nelle primissime gare della successiva col Cska Corridonia ma fermarsi subito per problemi fisici, ha preso lo scorso maggio il patentino da allenatore e sin da subito ha accettato la nuova sfida che gli è stata proposta, accompagnando mister Gregorj Pagnanini alla guida tecnica del Ripe San Ginesio, in Seconda Categoria girone F. Ai nostri microfoni il neo vice-allenatore del Ripe si racconta agli inizi di questa nuova tappa nel suo percorso calcistico.
“Dopo aver preso il patentino, l’amicizia che ho con Gregorj Pagnanini al di là del calcio e dopo aver parlato con Ripe e aver trovato un ambiente tranquillissimo ho deciso di accettare la proposta di vice allenatore per iniziare. La società è ambiziosa, non ci fa mancare nulla, lo scorso anno ha fatto bene e quest’anno vuole ripetere un campionato di vertice, abbiamo un bello staff con anche un preparatore portieri e un massaggiatore.
La società è organizzata e piena di persone competenti e nonostante il paese sia piccolo, c’è grande euforia e voglia di far bene, l’ambiente è molto familiare qua. Giochiamo a Colmurano e non a Ripe ma abbiamo il campo tutto per noi e questo è un grande vantaggio. Ho accettato in primis per farmi un’esperienza, sto vedendo che mi piace, i ragazzi mi stanno ascoltando e questo dà soddisfazione. Ci tenevo a ringraziare dunque Gregorj ma anche la società per l’opportunità che mi hanno dato, in futuro ma anche già dall’anno prossimo magari mi piacerebbe iniziare come primo allenatore se si presentasse l’opportunità.”
Il Ripe San Ginesio della coppia Pagnanini-Patacchini è partita bene in questa stagione collezionando 3 vittorie e 3 pareggi nelle prime 6 gare e rimanendo a -4 dal Sarnano in vetta. “Siamo ancora imbattuti, la squadra è per lo più quella di anno scorso con l’aggiunta di qualche giocatore. Quest’anno il campionato è più equilibrato, ci sono 5-6 squadre che puntano al salto di categoria tra cui quelle che sono retrocesse come Caldarola, Esanatoglia ma anche lo stesso Cingoli con cui giochiamo sabato. Abbiamo già affrontato Sarnano e posso dire che hanno la squadra per stare sopra, ma anche la stessa Treiese nonostante non sia partita benissimo. Noi abbiamo la squadra per fare bene e l’obiettivo è quello di raggiungere almeno i playoff. Della squadra posso dire che mi è subito piaciuta la disponibilità dei ragazzi dall’inizio.”
Nel prossimo turno li aspetterà l’ostica trasferta di Cingoli: “Sia noi sia loro veniamo da un momento positivo perciò sarà un bel test in trasferta su un campo al quale non siamo abituati. Con mister Gregorj stiamo preparando la gara per fare bene.” Prosegue poi parlando del rapporto con mister Gregorj Pagnanini e della stima che ha di lui: “Lui ha grande fiducia in me, mi fa fare. Ci compensiamo: lui ha una grandissima abilità oratoria mentre io sono più in mezzo al campo avendo anche esperienza come giocatore in passato. Ho grande entusiasmo e mi piace preparare gli allenamenti in anticipo perché lavorando sui dettagli si può crescere e su questo i ragazzi mi considerano un valore aggiunto. Metto sempre la mia esperienza al loro servizio.”
Dall’essere giocatore all’essere allenatore “cambia tutto, mi sto rendendo conto che l’allenamento è forse la cosa più semplice ma è il contorno che non conoscevo: l’allenatore riporta il lavoro a casa, deve parlare con giocatori, società, preparare allenamenti, tutte cose che da giocatore non sempre vedi. Devo ringraziare anche la mia famiglia che mi asseconda e mi supporta in questa nuova avventura. Non nego che un po’ mi manca essere giocatore, l’adrenalina e tutto il resto. Sono uno che fa sempre le cose al massimo, sono abbastanza empatico e credo sia importante creare rapporto coi giocatori, così come ero in campo vorrei essere un leader. Se devo definire come mi vorrei da allenatore direi sincero, leale e farmi conoscere per quello che sono.”