L’attuale ds della Fermana racconta gli ultimi mesi in rossoblu
Dopo qualche giorno dal suo nuovo incarico come DS della Fermana, Michele Paolucci è tornato sugli ultimi mesi da lui vissuti: “Credo che a volte il silenzio valga più di mille parole ma ho capito che non è questo il caso. Non rinnegherò mai la mia storia da Calciatore Civitanovese, perché chi rinnega il proprio passato è senza identità. Ora occorrono delle precisazioni sugli ultimi mesi: a fine dello scorso campionato a differenza di tutti i miei ex compagni e allenatori non sono mai stato contattato, nessuno ha voluto prendersi questa responsabilità, avevo comunque deciso in autonomia e con grande serenità di smettere con il calcio giocato. Non ho mai avanzato nessuna pretesa economica (figuriamoci esosa) o richiesto una poltrona appartenente ad altri (DS). Non ho mai preteso o ricevuto alcuna offerta reale di un posto nella Civitanovese (mi era stata paventata l’ipotesi di fare il secondo allenatore ma in maniera onesta ho risposto che non ero in grado e ci sarebbero state persone più adatte di me). Non ho mai preteso o ricevuto una reale offerta per altri ruoli ( mi era stata paventata la possibilità di un ruolo ibrido credo tra uomo immagine del settore giovanile senza la possibilità di avere a che fare con la prima squadra però per questioni di equilibri….). Dal mio punto di vista mi si chiedeva di utilizzare la mia faccia con i giovani, i loro genitori e nonni senza nessun ruolo operativo. A me piace il calcio e non la politica e qui mi fermo. A volte nella vita passano dei treni e devi avere la forza e il coraggio di salirci .. e ve lo dice uno che ha realizzato il suo sogno partendo da un provino alla Juventus alla quale non avrei dovuto partecipare, quindi tornando al presente ho avuto la possibilità in un Club magari rivale a livello di tifoseria ma sicuramente storico e importante come la Fermana che se pur in una situazione complicata mi ha offerto attraverso il mio ex compagno e DG Federico Ruggeri, il ruolo di Direttore Sportivo. Sono stato scelto e a 38 anni, in maniera pulita mi hanno chiesto di fare ciò che mi piace e hanno già capito che darò tutto me stesso per questa causa lavorando con una rete di contatti creati in 20 anni di carriera. Senza compromessi, mi è stato chiesto di fare il lavoro che mi piace in una società già strutturate e che proveremo a rendere organizzata dove ognuno fa il proprio ruolo senza interferenze. Che cosa avrei dovuto fare elemosinare a chi non mi voleva? Sperare che le cose sarebbero andate male per avere una possibilità? Mi spiace ma non sono fatto così. Ho preso una decisione professionale e me ne assumo ogni responsabilità. Avrei potuto parlare prima? Probabilmente sì. Ora vorrei ringraziare il Mister Sante con cui ho un rapporto di stima vera e affetto sincero, il Dottor Angelini grande intenditore di calcio e Tonfoni uomo per bene, Maurizio Bernardi imprenditore serio e stimato in Città, così come i miei ex compagni, vi siete spesi tutti per rendere il mio ritorno possibile e non lo dimenticherò. In ultimo un grazie ai ragazzi di PC, con tanti di voi ci conosciamo da bambini e ci siamo proprio divertiti negli ultimi anni, vi siete esposti in un Mondo dove nessuno ha il coraggio di farlo, capisco la delusione ma non me la sono sentita di abbassare la testa e nascondermi dietro un dito, voi tutti siete i guardiani del Club e sono sicuro che farete bene. Non ho rancore ma ai ben informati di cui sento tanto parlare dico che eravate stati informati molto male da qualcuno in malafede che vi garantisco quando mi incontrerà mi darà una pacca sulla spalla sorridendo, il calcio è così. Sono un professionista e so cosa comporta voler puntare al massimo e la pressione che devi saper sopportare ma a quei giornalisti che covano in situazioni delicate dico di ricordarsi che l’odio genera solo odio e che tutti verremo giudicati prima o poi. Concludo dicendo che sono totalmente focalizzato sul mio nuovo ruolo, ciò richiede energie, lucidità e anche togliere del tempo prezioso alle persone che amo ma dire le cose come stanno era un dovere nei confronti di me stesso e di chi mi sta vicino. Domenica tornerò da avversario di certo ma non da nemico e potrò guardare tutti negli occhi perché io la faccia ce l’ho sempre messa”.