La 36esima edizione dal 4 al 14 maggio
I bambini di Jesi, sono i protagonisti il 4 maggio della tradizionale “Scampanada de San Fiorà“. Correndo a più non posso tra le vie del centro storico, suonano centinaia di campanelle di terracotta e in ceramica, decorate a mano, accompagnati da tamburini junior, e da figuranti nei panni di San Floriano e del diavolo.
Si celebra così, nel giorno del compatrono della città, la leggenda di san Floriano che si fece beffa del demonio, vincendolo nella corsa dalla Gola della Rossa a Jesi. Il santo – racconta la tradizione – ebbe la meglio perché riuscì a tenere a distanza il diavolo tracciandogli davanti, a terra, segni della croce che lo costringevano a correre a zig-zag e quindi a perdere terreno. Floriano, vittorioso, fu accolto a Jesi dal suono festoso delle campane che, miracolosamente, s’erano messe a suonare da sole.
Incerta l’origine del culto del santo, martire cristiano, le cui spoglie venerate in Cattedrale raffigurano un giovane soldato romano, forse di origine austriaca, ma l’immagine al quale gli jesini sono più affezionati è quella del guardiano di greggi, nativo di Cingoli. Sempre secondo la tradizione, il santo venne martirizzato nelle acque dell’Esino.
Con la vendita e la decorazione delle campanelle, la mattina, e nel pomeriggio la corsa dei bimbi, prende il via la 36esima edizione del Palio di San Floriano, dal 4 all’14 maggio, che coinvolgerà 22 comuni della Vallesina, 10 gruppi storici da altre città inclusa la tedesca Waiblingen, 5 convegni, 3 mostre, 15 banchi del mercatino medievale, 8 taverne e 2 casette storiche, 48 scolaresche, oltre 40 persone addette alla sicurezza per circa 100 appuntamenti.