SERIE D – L’attaccante aquilano classe ’89 e otto anni nelle Marche. All’Alma due stagioni complicate, ora gli stipendi mancati. “Vi racconto cosa successe a L’Aquila e con Folgore Veregra”
Due anni travagliati, il primo a causa dell’infortunio al crociato, il secondo per tanti altri fattori che poi hanno influenzato il percorso della squadra. E’ la storia di Ettore Padovani al Fano. L’Alma non si è mai potuta godere fino in fondo l’attaccante, l’attaccante non si è mai potuto godere fino in fondo l’Alma. Prima il ko al ginocchio quando nell’era Mosconi era partito in sesta marcia – 2 gol in 5 gare -, i playoff vinti da spettatore e poi la retrocessione in Eccellenza dopo una serie di peregrinazioni. Compresa la telenovela stipendi. Ne mancano ancora cinque.
“In questi casi bisogna fidarsi delle parole della proprietà anche se un po’ di timore c’è sempre – ha detto Padovani e, se il presidente Guida ha ribadito che certe cose in D sono normali, l’attaccante rigira la frittata -. Sarà stato fortunato io, ma l’anno prima a Fano fu tutto preciso. Anche a Tolentino non sgarravano mai. Solo due volte in tanti anni di carriera mi è capitato di rimanere a secco così a lungo. A L’Aquila nel 2017-18 e alla Folgore Veregra (Montegranaro) 2015-16: in entrambi i casi alla fine le società fallirono…“.
Bisogna dunque toccare ferro. “A L’Aquila c’erano tanti calciatori importanti, facemmo un patto in spogliatoio e arrivammo lo stesso nei playoff nonostante la crisi societaria – ha raccontato -. Alla Folgore Veregra andò ancor peggio. Il girone d’andata (con Gigi Zaini in panca, ndr) fu spettacolare e il presidente pagava. A dicembre si sfasciò la squadra e chiusero i rubinetti. Non facemmo nemmeno i playout perdendo l’ultima in casa. Il presidente Luciano Bartolini d’estate mi propose di seguirlo a Giulianova promettendomi che mi avrebbe dato tutti i soldi. Mancavano quattro stipendi, riuscii a farmene dare almeno uno e me ne andai. All’epoca non c’erano garanzie, ora l’Aic si è battuta e qualcosina negli anni ha ottenuto. Teoricamente il 40% in caso di fallimento adesso si recupera”.
Tornando al calcio giocato, c’è rammarico per le sfortune patite al Mancini. “Mi sono infortunato all’inizio di un percorso fantastico, quel Fano 2022-2023 era fortissimo e anche io con i miei compagni mi sarei tolto tante soddisfazioni. Gli incidenti però fanno parte del gioco. A 34 anni è stata molto dura, lo ammetto, i tempi di recupero non essendo più giovanissimo si allungano un pochettino“. Quell’Alma vinse i playoff con mister Mosconi, che di recente ha anche avuto la chance di approdare nei professionisti con la Fermana. “L’ho seguito. Con lui la Fermana ha fatto una rincorsa importante, tutti credevano fosse spacciata e invece è andato vicinissimo a salvarsi. Sono contento per il mister, che in D aveva sempre fatto benissimo. Anche a Tolentino arrivammo terzi con un budget non altissimo. Si è meritato tutto sul campo, costruendosi nel tempo il diritto di provare a fare una categoria in più. Stava per compiere un miracolo, mi aspettavo che prima o poi ci sarebbe arrivato”.
