VOLLEY – L’ex patron del Falconara resta comunque fiducioso: “E’ stata creata una buona base per il futuro, dispiacciono le partenze di Grebennikov e Sander”
di Andrea Verdolini
Tarcisio Pacetti, uno dei “Padri nobili” della pallavolo marchigiana e non solo, tra i principali artefici del “miracolo” Falconara, la piccola squadra di provincia che faceva sudare le proverbiali sette camicie ai mammasantissima del volley (Sisley,Messaggero, Mediolanum, Modena, Parma e compagnia…). Anche lui si è emozionato, ha trepidato domenica davanti ai teleschermi con la Lube ad un passo dalla grande impresa di rivincere la Champions dopo 16, lunghissimi, anni. Allora, ad Opole in Polonia, l’asticella delle difficoltà era, oggettivamente, molto minore (successo nelle final four contro due compagini greche, Iraklis Salonicco ed Olympiakos) mentre a Kazan si aveva di fronte quella che, attualmente, è forse la squadra più forte al mondo, con perdipiù anche il vantaggio del fattore campo. Eppure…eppure alla Lube è mancato il classico soldo per fare la lira…
“Comunque, ci dice il Tarci, è stata compiuta una grande impresa. Capisco che ci sono mille rimpianti soprattutto per non aver sfruttato il vantaggio di 11-7 nel tie break. La gara è stata interpretata benissimo dalla Lube che ha messo i russi in grande difficoltà. Di Leon ci ricordiamo il suo servizio vincente che ha chiuso il match, ma è stato in crisi per larghi tratti, il muro biancorosso l’ha contenuto benissimo ed il Kazan, rispetto al consueto, ha messo a segno pochissimi ace.”
Tutto vero però 5 finali perse su 5, in questa stagione gridano vendetta…
“Bisognerà analizzare cosa è mancato. Non voglio aprire un caso Medei o altro. E’ chiaro che nei momenti topici è venuto fuori il braccino. Certi atteggiamenti non li capisco: penso a Kovar che si è tolto di dosso la medaglia appena ricevuta o a qualche accenno di nervosismo quando la lucidità è indispensabile. A certi livelli i dettagli fanno la differenza, gli equilibri sono delicatissimi, ma bisogna ragionare nel complesso e la Lube ha fatto una gran figura.”
La prestazione di Juantorena? E quella di Sokolov?
“Su Juantorena bisogna considerare dei fattori che il pubblico magari vede meno. Ha tirato contro muri stratosferici, ha chiesto, al suo fisico, straordinari incredibili. Sul bulgaro, da tempo, mi sono ricreduto. Sapevo che era un gran giocatore ma è anche un bel trascinatore per tutto il gruppo: per un allenatore è fondamentale il suo apporto, in tutti i sensi.”
Quale giudizio dare sulla stagione della Lube? Si può prescindere dagli zero tituli?
“E’ dura ma è un’annata che al di là di tutto giudico positiva. Si è creato un grande ambiente ed una base su cui lavorare in maniera proficua”
All’orizzonte si prevedono cambiamenti, anche in ruoli delicati…
“Ti riferisci allo scambio Bruninho-Christenson? Ho qualche dubbio che si realizzerà e poi se viene lui siamo sicuri che non arrivi anche il papà? (il famoso Bernardinho per diversi lustri commissario tecnico della nazionale brasiliana nda) Grave, secondo me, la perdita di Grebennikov ed anche su Sander…prima di lasciarlo andare ci penserei mille volte.”
Non pensi che quella forbice che già è abbastanza ampia tra Perugia, Lube e le altre rischi di diventare…un abisso?
“Assolutamente d’accordo anche se aspetterei le mosse di Modena e Trento…” ed i tempi in cui Falconara si prendeva il lusso di battere Milano, Treviso o Ravenna sembrano lontanissimi