Osteoporosi: dalle Marche nuove sfide e strategie

I percorsi diagnostico-terapeutici per le fratture da fragilità da osteoporosi e l’operatività del PPDTA regionale discussi durante il 3° Congresso Siommms Marche e Abruzzo

Alla Mole Vanvitelliana di Ancona si è svolto il 3° convegno inter-regionale Siommms Marche-Abruzzo che ha trattato il tema della “Gestione del paziente con osteoporosi e fratture da fragilità: nuove sfide e strategia”. Una preziosa occasione per fare il punto sui progressi raggiunti dalla medicina nel combattere una malattia così diffusa. L’osteoporosi causa il progressivo indebolimento delle ossa con conseguente aumento del rischio di fratture, in Italia colpisce 5 milioni di persone, in prevalenza donne soprattutto dopo la menopausa che causa un importante cambiamento nell’assetto ormonale. Oggi, fortunatamente, grazie alla ricerca esistono delle cure mirate a rallentare il riassorbimento e ad aumentare la produzione di tessuto osseo, esistono anche un Percorsi Diagnostici Terapeutici Assistenziali (PPDTA) per consentire diagnosi più accurate e terapie personalizzate sin da quando il paziente si presenta al pronto soccorso o nelle strutture sanitarie lamentando i primi sintomi riconducibili alla malattia.

Agli Ospedali Riuniti delle Marche la clinica di endocrinologia è un’eccellenza riconosciuta e tra le più apprezzate dai pazienti, un punto di riferimento per tutto il centro Italia ribadito anche dalla presenza al congresso di numerosi medici. “L’osteoporosi va tenuta d’occhioha dichiarato il direttore generale degli Ospedali Riuniti delle Marche Armando Gozzini – per questo è necessario stringere una forte collaborazione tra il medico di famiglia e gli endocrinologi perché questa patologia, soprattutto nella fase iniziale, non dà nessun sintomo. l PPDTA rappresentano quindi il processo di cura perfetto per seguire meglio e in modo più efficace tutto il percorso del paziente”. La “malattia silenziosa”, come viene chiamata l’osteoporosi è un avversario difficile da battere, ma non impossibile, anzi, negli ultimi anni si è fatto molto per poterla limitare e rendere sostenibile. Fondamentale, come in tutte le altre patologie, è il riconoscimento precoce attraverso lo screening che permette subito di contenerla e intervenire con trattamenti farmacologici e strategie preventive adeguate. Oggi, ad esempio, i farmaci anabolici si stanno rivelando utilissimi, infatti riescono non solo a fermare il deterioramento osseo, ma a stimolare le cellule che producono l’osso. La strada intrapresa è quella giusta, ma c’è ancora molto da fare soprattutto per contenere i casi più difficili, perché alcune complicanze possono comportare un alto rischio di mortalità: nei 12 mesi successivi alla frattura al femore, ad esempio, il tasso varia dal 14% a quasi il 30%, a seconda della regione di provenienza, con un picco che può arrivare ad oltre il 50% tra gli anziani. L’osteoporosi rappresenta anche un costo importante per il servizio sanitario nazionale che sta sostenendo quindi con forza la ricerca e soprattutto campagne di prevenzione e comunicazione tra la popolazione a cui vengono richiesti comportamenti virtuosi. Il fumo, l’obesità e l’alcol sono dei nemici per il nostro corpo soprattutto se è soggetto a questa patologia. Inoltre, come è stato ribadito durante il congresso, anche se la malattia si sviluppa meno spesso negli uomini, non significa che ne siano immuni, anzi l’incidenza è in aumento negli ultimi anni. Le conseguenze di una frattura dovuta proprio alla fragilità ossea in un soggetto maschile sono peggiori rispetto a una donna. Ad esempio la rottura di un femore comporta una percentuale 8 volte superiore rispetto alle donne.

Stiamo facendo dei progressi importanti – ha ricordato la dottoressa Gilberta Giacchetti della Clinica di Endocrinologia AOU delle Marche e coordinatrice SIOMMMS – l’osteoporosi comporta diverse complicazioni al paziente per le numerose fratture che avvengono nel corso della vita. Oggi però abbiamo possibilità diagnostiche e terapeutiche nuove che ci permettono terapie specifiche per i pazienti. L’osteoporosi non si può bloccare, ma curare, si può guarire da questa patologia. Il punto di partenza però resta sempre la diagnosi precoce che consente di intervenire immediatamente per poter controllare la malattia”.

Il congresso è stato patrocinato anche dal Consiglio Regionale delle Marche, un riconoscimento verso l’ottimo lavoro che viene svolto quotidianamente dalla clinica di endocrinologia degli Ospedali Riuniti delle Marche. “La mia presenza – ha detto il presidente dell’Assemblea Legislativa delle Marche Dino Latini – vuole essere un segno di vicinanza e incoraggiamento verso la clinica di Torrette che si sta facendo onore in termini di ricerca, cura e prevenzione di una malattia dagli effetti invalidanti”.

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