Chiuso il processo di primo grado con rito abbreviato
E’ stata condannata a cinque anni di carcere per concorso anomalo in omicidio volontario e aggravato Ambera Saliji, la ragazza oggi 22enne accusata di avere attirato in una trappola Ismaele Lulli, ucciso a 17 anni nel 2015 da due ragazzi di poco più grandi, già condannati all’ergastolo. La pm di Urbino Irene Lilliu aveva richiesto una condanna di 6 anni e 8 mesi.
La sentenza del giudice Massimo Di Patria, ha chiuso il processo di primo grado con rito abbreviato: per il magistrato la ragazza è colpevole di avere attirato Ismaele con cui aveva un flirt, in una trappola, inviandogli un sms per invitarlo a raggiungerla alla fermata dell’autobus. Dove invece il ragazzo trovò Igli Mema, all’epoca fidanzato di Ambera, e Mario Mema, che lo portarono in auto nelle campagne intorno a Sant’Angelo in Vado e lo uccisero, colpendolo tra l’altro al collo con un coltello. Ambera era rimasta fuori dal processo principale a carico dei due giovani ed era stata considerata dalla procura solo una teste, ma poi la Corte di Assise aveva ordinato la trasmissione degli atti al pm con successiva imputazione coatta su ordine del gup. Secondo la madre di Ismaele, Debora Lulli, che ha assistito all’udienza (come a tutte le altre dei processi per l’omicidio) insieme all’avvocata Maria Cristina Ciace, cinque anni “sono pochi, per me sono sempre pochi”. Il difensore di Ambera, Giovanni Chiarini attende le motivazioni, ma ha già annunciato il ricorso in appello.