Pm dispone perizia psichiatrica per il figlio Michele
di Giancarlo Trapanese
Efferatezza, crudeltà, ferocia ed odio sono le prime parole che vengono in mente alla lettura dei risultati (resi noti ieri sera) dell’autopsia eseguita sul corpo della 84enne Maria Bianchi uccisa dal figlio Michele Quadraroli a San Severino il 27 novembre scorso. Ma la questione dovrà essere inquadrata alla luce della perizia psichiatrica che è già stata richiesta sull’omicida che da sempre è affetto da problemi psichici ma che non aveva mai dato segni di violenza, stando alle testimonianze dei vicini e di quanti frequentavano il bar che madre e figlio gestivano.
L’autopsia ha confermato l’agghiacciante dinamica del delitto: prima il litigio per futili motivi (la gestione del cane) poi le botte alla madre, quindi l’ha gettata a terra sedendosi sul suo petto impedendole così di respirare e poi, una volta soffocata, i rabbiosi colpi di forbice al viso ed infine il goffo tentativo di bruciare il cadavere. Quadraroli che soffriva di un grave disturbo bipolare schizoaffettivo era da tempo in cura da una psichiatra ma nell’ultimo periodo non prendeva più le medicine prescritte. Forse a scatenare la furia omicida proprio la telefonata della madre alla psichiatra nella quale la donna avvertiva la professionista che il figlio non prendeva più i farmaci. Pochi minuti dopo il delitto.