Nuovo sciopero alla Beko: “Politiche di sviluppo e ridurre gli esuberi”

Presidente Acquaroli: “Vogliamo difendere il distretto marchigiano

Unità, riduzione degli esuberi e politiche industriali di prospettiva. Sono stati questi i concetti ripetuti, a più riprese, da sindacati e istituzioni, durante l’ora di sciopero degli impiegati della sede di Fabriano della Beko Europe, questa mattina, che ha visto la partecipazione di circa 100 colletti bianchi riuniti in presidio davanti la loro sede lavorativa.
Uno sciopero indetto subito dopo la fine dell’ultimo incontro al Ministero delle Imprese e del Made In Italy (Mimit) del 27 febbraio scorso, nel quale sono stati confermati i circa 226 esuberi tra i colletti bianchi della sede fabrianese su 500 dipendenti complessi.

Alla manifestazione erano presenti per la Città di Matelica il sindaco Denis Cingolani, il presidente del consiglio comunale Sauro Falzetti e l’assessore Filippo Maria Conti. Non potevano mancare il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il vescovo mons. Francesco Massara, alcuni parlamentari, europarlamentari, consiglieri regionali e altri sindaci della zona.

Dai rappresentanti dei sindacati parole dure nei confronti della newco turco-americana. “Vogliamo tenere alta la tensione anche con questo sciopero e con altre iniziative perché ci aspettiamo che l’azienda, nei prossimi due incontri di marzo (14 e 18) venga con numeri diversi, più bassi”, hanno affermato, lamentando come sia data per scontata la chiusura di Ricerca e Sviluppo, “nonostante in Turchia si cerchino 75 posizioni identiche a quelle presenti a Fabriano”.
“Siamo qui a ribadire – ha detto Acquaroli – la vicinanza e la solidarietà, a tutti voi. Ci sono stati passi in avanti nella vertenza, ma rimane alta la nostra attenzione nei confronti di voi. Ringrazio il ministro Urso e tutto il Governo per aver subito aperto un tavolo con la Beko. Noi vogliamo difendere il distretto marchigiano, quello fabrianese che ha insegnato all’Italia e all’Europa il modo di fare industria, come realizzare elettrodomestici”.

“Questa non è solo una vertenza locale, ma riguarda un intero distretto industriale, attraversando due regioni e coinvolgendo l’economia nazionale. Le trattative al tavolo ministeriale – dichiara il Sindaco di Fabriano Daniela Ghergo – non stanno andando nella direzione che speravamo: non si parla di investimenti, né di un vero piano industriale, ma solo di esuberi. E noi non accettiamo politiche assistenziali che lascino il territorio senza prospettive.

Fabriano è stata la capitale europea dell’elettrodomestico per decenni e ha contribuito allo sviluppo economico regionale e nazionale. Oggi chiediamo che questa crisi venga affrontata con una politica industriale di sviluppo e di lungo periodo. – conclude Ghergo – Ai lavoratori diciamo che non sono soli. Le istituzioni territoriali, nazionali ed europee sono qui per testimoniare il loro impegno in questa battaglia. Solo facendo rete possiamo costruire un futuro solido per il nostro distretto e per chi, con il proprio lavoro e la propria professionalità, lo ha reso grande”.

“In un territorio già colpito dal sisma e da altre crisi occupazionali del settore industriale – ha spiegato il primo cittadino Cingolani – la perdita di eventuali altri posti di lavoro sarebbe una catastrofe non solo per quanto riguarda direttamente la Beko, ma anche per tutto l’indotto che gira intorno a questa azienda. Un problema non solo dunque per il territorio fabrianese, ma anche per quello matelicese. Esprimo tutta la mia vicinanza ai lavoratori e massimo sostegno a sindacati, Comune di Fabriano e Regione Marche che si sono attivati in tutti i tavoli istituzionali. E’ fondamentale salvaguardare questi importanti posti di lavoro”.

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