Lo stato di agitazione e la denuncia dei sindacati
di Gioele Pincini
I musicisti dell’Orchestra Filarmonica Marchigiana hanno proclamato lo stato di agitazione. È una protesta che nasce da una condizione di lavoro definita dai sindacati “inaccettabile”, e che va avanti, quasi immutata, da più di un decennio. Dal 2014, infatti, i professori d’orchestra sono assunti con un contratto a tempo indeterminato, ma limitato a soli otto mesi l’anno. Una formula contrattuale che, a detta di Cgil Slc, Fistel Cisl e Uilcom, “mortifica il percorso formativo e professionale” dei musicisti e mina le basi economiche e umane della stessa orchestra.
Il comunicato stampa congiunto delle tre sigle sindacali denuncia anche l’inerzia della Regione Marche – principale socio dell’ente – accusata di non aver mai fornito risposte concrete, nonostante anni di interlocuzioni. Tra le richieste avanzate: il passaggio a contratti annuali, un aumento degli stanziamenti pubblici per sostenere un’attività più strutturata, una sede stabile per le prove e il rinnovo del contratto integrativo di secondo livello, scaduto da tempo.
Una risorsa culturale
Fondata nel 1985, la FORM – Filarmonica Marchigiana è oggi riconosciuta come uno degli enti concertistico-orchestrali di maggiore rilevanza a livello nazionale. È sostenuta dal Ministero della Cultura e dal Fondo Unico per lo Spettacolo (FUS), e promuove una visione culturale che intreccia la tradizione sinfonica con la valorizzazione del territorio. Con sede ad Ancona, la FORM è orchestra stabile della Fondazione Teatro delle Muse ed è protagonista della vita musicale regionale: partecipa attivamente alle stagioni liriche, sinfoniche e cameristiche, collaborando con teatri, festival e scuole di musica.
Il suo valore non è soltanto artistico, ma anche sociale ed economico. L’attività della Filarmonica, infatti, rappresenta un importante volano per il turismo culturale e per l’indotto economico legato agli eventi musicali. In questo senso, ripensare la FORM in una logica sistemica e strategica, come suggeriscono i sindacati nel loro comunicato di oggi, significherebbe potenziare una rete sinergica tra Comuni soci, enti culturali e operatori turistici. Un’operazione che darebbe fiato non solo alla cultura, ma anche all’economia locale.
Professionisti della musica, non lavoratori stagionali: “Non si può più attendere”
I sindacati parlano chiaro: “Non si può più attendere”. La riduzione della stabilità contrattuale e salariale ha già determinato la fuga di diverse figure professionali e scoraggia le nuove generazioni di musicisti dal rimanere in una regione che non offre prospettive. Questo non è solo un problema occupazionale, ma un rischio concreto per la qualità artistica dell’orchestra stessa.
Il lavoro culturale, come sottolineato anche da recenti mobilitazioni di comparti affini, non può essere relegato a modalità contrattuali precarie. La dignità professionale passa da riconoscimenti economici, da garanzie di continuità e dalla possibilità di programmare a lungo termine.
Cosa chiedono i sindacati alla Regione
Dietro ogni orchestra stabile c’è un progetto culturale di ampio respiro. Il caso della Filarmonica Marchigiana è emblematico di una crisi più ampia che riguarda il sostegno istituzionale al settore musicale. I sindacati chiedono che la Regione Marche assuma un ruolo attivo, non solo come erogatrice di contributi, ma come regista di un sistema lirico-sinfonico integrato, capace di valorizzare le professionalità già presenti nel territorio.
