Il presidente Bonacci riassume l’anno trascorso tra “grande rammarico e consapevolezza, piccola realtà circondata da giganti”
Ha chiuso in bellezza la propria stagione il Montefano, che si è congedato con una bella vittoria domenica scorsa contro la Sangiustese, chiudendo al nono posto in classifica con 37 punti. Con il presidente Stefano Bonacci abbiamo tracciato un bilancio dell’annata dei viola: ” Non dò un voto alla stagione. Come ho detto ai ragazzi, da una parte c’è grande rammarico e dall’altra grande consapevolezza. Rammarico per la prima parte di stagione dove abbiamo fatto male non solo per carenze tecniche. Per noi è stato un anno di rifondazione e in alcune partite si sono trovati a giocare undici giocatori nuovi. In queste occasioni ci vuole quel qualcosa in più che è mancato. Si doveva e poteva fare meglio. Ma nel momento di difficoltà noi come società, ma anche staff e giocatori hanno trovato l’orgoglio e le motivazioni per venirne fuori. Poi c’è un altro po’ di rammarico perché a gennaio-febbraio ci siamo fatti sfuggire un obiettivo che da marzo in poi abbiamo dovuto riguadagnarci”.
Un inizio complicato che ha indotto la società montefanese a cambiare guida tecnica sollevando dall’incarico Manisera, rilevato in panchina da Amadio che ha trovato la giusta quadra conducendo il Montefano alla salvezza: ” Sicuramente non ci sono colpe specifiche e nella prima parte la rosa a disposizione di Manisera era tecnicamente ridotta rispetto a quella della seconda parte. Al netto di Palmucci, Alla e Ferretti che hanno un determinato peso all’interno della rosa. Manisera è un tecnico emergente con principi di gioco validi e tante qualità e valori, ma purtroppo la situazione di campo non ha portato a esprimere tutto questo potenziale. Nei momenti di difficoltà non è riuscito a trovare una soluzione in tempi giusti e in quel momento bisogna andare su situazioni più pragmatiche. L’esperienza di Amadio in questo campionato ha avuto il suo peso“. Montefano che dopo aver sfiorato lo scorso anno la Serie D, l’anno prossimo parteciperà per il nono anno consecutivo al campionato di Eccellenza: “Quando siamo saliti in Eccellenza questo era un traguardo impensabile. Il prossimo anno sarà il nono di fila e quindi siamo andati oltre le più rosee aspettative, sapendo che ogni anno è sempre più duro. Siamo una piccola realtà circondata da giganti. Costruire la rosa per districarsi bene non è facile. Il fatto che ci siano tutte queste realtà più blasonate e con obiettivi differenti dai nostri, da una parte rende affascinante il campionato, ma dall’altro ci penalizza e aumenta le difficoltà. Difficoltà? Una delle più grandi è quello dei fuoriquota. Politicamente è una buona regola, dal lato pratico meno. In rosa ne devi avere almeno sei-otto validi, ma è difficile trovarne pronti per questa categoria. È penalizzante anche per i ragazzi, per il loro processo di crescita, perché magari in due anni giocano poco, poi finiscono in Seconda Categoria oppure smettono di giocare. Un’altra cosa che complica è che avendo vicino piazze blasonate è difficile portare giocatori importanti da noi, anche se grazie alla buona reputazione che abbiamo facciamo meno fatica, anche se sta diventando sempre più difficile. Poi dico anche la regola sportiva sul lavoro”.
Il numero uno viola spende due parole anche per Manuel Dell’Aquila, che sabato ha annunciato l’addio al calcio giocato: ” Ha trent’anni di carriera alle spalle che parlano per lui. È una persona splendida che ha lasciato il segno e un ricordo dovunque è andato. A Montefano ha lasciato un pezzo di cuore e viceversa. Vedremo se stavolta ha smesso davvero, perché l’anno scorso aveva annunciato l’addio, ma poi il richiamo del campo è stato più forte. Grande Manuel, ti auguro il meglio. Montefano ti vuole bene”. Sullo spareggio che vale la D: “Tolentino ha fatto un percorso da squadra importante. Il valore dei cremisi è nella guida tecnica perché Passarini è un grande conoscitore di calcio e dovunque è andato ha fatto bene. Sono partiti con delle difficoltà ma poi sono cresciuti non solo nella qualità dei singoli ma anche nell’idea di gioco. Domenica mi hanno impressionato contro un Chiesanuova che è arrivato un po’ scarico e sicuramente non giocare un mese ha influito. Ma comunque vanno fatti solo i complimenti al Chiesanuova perché è il secondo anno di fila che fanno i playoff. Tra Montecchio e Maceratese è 50 e 50. Non pensavo che il Montecchio perdesse a Urbino, ma il calcio è bello anche per questo. La Maceratese le poche volte che è caduta si è sempre rimessa in piedi. Mentalmente forse la Maceratese ci arriva meglio, ma poi c’è il campo”. Infine sul futuro: ” Vista la stagione ci sono tante riflessioni da fare con attenzione. Nulla ancora è tracciato. Ci incontreremo in settimana con Amadio e vedremo, ma prenderemo le decisioni con calma”.
