I due lo avevano chiamato per restituirgli le chiavi che il giorno prima aveva perso nella loro ambulanza dopo essere stato soccorso per un presunto problema cardiaco
di Tommaso Bocci
“Salvare la vita di una persona è la ricompensa per ogni sacrificio”, così Matteo Carlocchia, presidente della Croce Rossa di Porto Potenza, ha dichiarato dopo aver impersonato l’angelo custode di un uomo che nella giornata di ieri, aveva tentato il suicidio dal tetto di un’azienda della Baraccola (Ancona).
Competenza e destino, perché Matteo con l’aiuto del suo collaboratore Micheal Marinelli, sono diventati gli autori di questa impresa in maniera casuale, sono stati proprio loro, infatti, a chiamare il diretto interessato, che pochi giorni prima aveva perso le chiavi nella loro ambulanza, dopo essere stato soccorso per un presunto problema cardiaco. I due volendolo avvisare del ritrovamento si sono però sentiti rispondere improvvisamente: “Basta, non ne posso più, mi butto da questa impalcatura e la faccio finita!”
Carlocchia ha così raccontato quegli attimi fondamentali: “Ho cercato di essere il più comprensivo e compassionevole possibile, per loro lì sei un amico che ti aiuta a trovare una soluzione, questo serve anche a tenerlo occupato e a raccogliere tutte le informazioni possibili, capire dove fosse ed allertare le forze dell’ordine, che poco dopo lo hanno raggiunto e portato in salvo.”
Abbiamo intervistato l’eroe: Matteo Carlocchia, per permettergli di esporre la rilevante situazione delle emergenze psicologiche e per rivelare le emozioni di volontari che tutti i giorni compiono questi miracoli. “È la quarta volta che succede in due anni ma non era mai stato così improvviso, col tempo sono aumentati i casi di tentativi di suicidio, alcuni riesci a prenderli al volo perché si intravedono dei segnali, altri non dicono niente e sono i più pericolosi. Personalmente continuerò sempre ad essere un paladino e promotore della salute mentale, perché pensiamo sempre alla malattia fisica e troppo poco spesso al malessere psicologico, che spinge a commettere questi atti”.
Si è poi soffermato su come la Croce Rossa Italiana fornisca un’ottima preparazione e sui servizi che rendono possibile aiutare mentalmente le persone in difficoltà: “Croce Rossa come formazione è seria e severa, sono già tanti corsi soltanto per salire sull’ambulanza, una puntigliosità necessaria per essere preparati. Con istruttori dell’unità specializzate ci prepariamo all’approccio psicologico al paziente, che si trova spesso a chiedere aiuto in uno stato confusionale, dove ogni singola parola sbagliata equivale ad un pericolo, diciamo però che qui è stata fondamentale anche una buona dose d’istinto. Per le persone a rischio vi è un percorso psichiatrico offerto dal Sistema Sanitario Nazionale ma noi come Croce Rossa ci impegniamo con un servizio di emergenza psicologica ed inoltre, è stata attivata l’unità nazionale di risposta al rischio al numero 1520, un pronto soccorso psicologico che qualunque cittadino che ne necessita può chiamare in qualsiasi momento, questo serve ad aiutare noi volontari che tutti i giorni assistiamo ad episodi forti, per esserlo altrettanto e farci vedere come dei ‘Superman’ dalla gente.”
Infine, alla domanda sul come ci si senta a salvare una persona, Matteo ha risposto così: “Ci si sente onorati, cruciali per la vita di un altro, chiunque esso sia, è poi la ricompensa per tutti i sacrifici che io ed i miei colleghi facciamo giornalmente, nell’impegno che mettiamo nei corsi, nelle notti in ambulanza e salvare una vita ripaga tutto.”