NELLA TELA DEL RAGNO – Ascoli all’ennesimo ko casalingo, ma soddisfazione moderata per le palle gol create con la capolista Pescara. Si spera in una salvezza tranquilla
Uscire dallo stadio Del Duca moderatamente soddisfatto nonostante l’ennesima sconfitta casalinga dell’Ascoli sembrerà strano…ma dopo aver visto il Picchio perdere malamente tra le mure amiche contro Lucchese e Rimini – tirando in porta 3 / 4 volte nelle due gare suddette – creare in una sola partita contro la capolista Pescara 4 palle gol nitide (quella del mancato 2-2 a pochi minuti dalla fine divorata da D’Uffizi grida ancora vendetta…) e rivedere una squadra giocare una gara maschia, con continui ribaltamenti dei fronti di gioco finalmente ti fa sperare in una tranquilla salvezza (unico obiettivo da raggiungere per questo Picchio costruito davvero in maniera discutibile dall’insufficiente operato del DS Righi).
Davanti a 6.100 spettatori (565 ospiti e 5.500 tifosi del Picchio, orfani nuovamente della mancata presenza degli ultras e di buona parte della tifoseria organizzata…) ieri al Del Duca è andata in onda una gara che poteva finire con un pareggio (gol del Pescara al primo tiro in porta verso la porta dell’Ascoli dopo che il Picchio aveva divorato due palle gol), anche se l’ottimo Pescara visto ieri non ha rubato nulla, dimostrando di meritare la sua ottima classifica.
Il rientro di Varone a centrocampo si è sentita, e per la prima volta in questo campionato si è notato un positivo sviluppo di qualche efficace trama di gioco. Anche se arrivato da due soli giorni, la mano del nuovo tecnico Di Carlo si è sentita in maniera positiva (15mo tecnico in 6 anni e mezzo della gestione Pulcinelli, ieri presente al Del Duca).
La sconfitta è nata dalla prestazione assolutamente negativa (da 4 in pagella) dei centrali difensivi Menna e Gagliolo, inoltre Cozzoli, come accadde a Chiavari, addormento sul gol del sorpasso pescarese, avvenuto pochi minuti dopo del pareggio (meritato) del bomber Corazza, al suo 6′ gol con la maglia del Picchio (1 gol in Coppa Italia e 5 in campionato). Le ‘scommesse’ del DS Righi, attualmente si stanno dimostrando un fallimento.
Menna Curado Bertini Campagna e Caccavo (ieri espulso per un fallo inutile durante i minuti di recupero) sempre tra I peggiori in campo e lo stesso Tirelli, dopo le prime due promettenti giornate di campionato, si sta spegnendo. Il tecnico Di Carlo dovrà essere bravo a lavorare soprattutto sulla testa dei calciatori, dato che per una tranquilla salvezza i valori tecnici esistono ampiamente.
A gennaio (probabilmente con un nuovo DS al posto del deludente Righi) occorrerà sistemare sia il reparto difensivo che il centrocampo (davanti con il rientro di Forte e le prestazioni positive di Corazza, dell’ottimo Marsura ed in attesa di dare maggior fiducia e spazio a D’Uffizi si può anche non operare interventi in fase di mercato).
In difesa occorrerà dare spazio dall’inizio a Tavcar (mai impegnato in campionato per motivi ‘misteriosi’ dato che è impossibile continuare a dare la spiegazione di un presunto infortunio che dura da…2 mesi…) ed a Quaranta. Menna Curado Gagliolo finora hanno dimostrato scarsa affidabilità ed almeno due di loro andrebbero sostituiti a gennaio con la scelta da non sbagliare di due difensori migliori).
A centrocampo il solo Varone (unico giocatore di categoria del Picchio nella zona nevralgica del terreno di gioco, ieri supportato da un Tremolada in crescita, anche se ancora lontano parente del buon calciatore che conoscevamo) non potrà cantare e portare la croce fino al termine del campionato.
Dunque a gennaio con 2 nuovi difensori e 2 nuovi centrocampisti (possibilmente scelti con l’avallo del tecnico Mimmo Di Carlo e non “ad capocchiam” come operato finora da Righi) il Picchio potrà lottare per salvare la categoria con qualche freccia in più nel suo arco
Ora tocca tenere duro, in considerazione che le prossime due gare si chiamano Ternana in trasferta e Perugia in casa. Almeno un paio di punti toccherà metterli in cascina, per non sprofondare negli ultimi posti in classifica. Forza Picchio non mollare!!
Ieri un applauso sincero alla curva nord, dato che nonostante l’assenza degli ultras e di parte della tifoseria organizzata, ha cantato e tifato nonostante la terza sconfitta consecutiva in casa, che nell’anno trentennale della morte dell’ indimenticabile Padre Costantino Rozzi rischia di far rigirare nella tomba il Presidente.