Mea culpa, solite frecciate e un Protti che mette d’accordo: “Ora tutti a tifare Fermana”

SERIE C – Il mister dimentica il passato ma mette tante cose in chiaro. La società deve salvarsi due volte e non sarà facile: lunga e corposa conferenza

Dopo due minuti di conferenza il presidente Umberto Simoni punta il dito, si toglie il consueto sassolino e tira fuori il solito violino: “I tifosi ci hanno subito capito, mentre voi della stampa ci scoraggiate”. Viva la sincerità, come quella che in modo migliore il pres mostra non negando le difficoltà. “Abbiamo preso la Fermana perchè amiamo città e squadra, ma come famiglia non abbiamo la potenzialità per mantenerla in C. La dobbiamo salvare assieme a Tintinelli e Ribichini“. Tradotto: servono soldi, tanti soldi.

Il dg Tubaldi, viso più disteso rispetto ai giorni terribili di settimana scorsa, ha provato invece a salvare il salvabile a parole. “Mi prendo la responsabilità per aver scelto Bruniera, che comunque rimane un bravo allenatore. Io rompevo le scatole a Protti? Sì, e continuerò a farlo”, ha detto, non dimenticandosi di sottolineare come sul settore giovanile sia stata fatta una “campagna mediatica diffamatoria”. Noi, invece, ci siamo dimenticati di domandare: la piccola Fermana, quella che ha due milioni e mezzo di debiti (cit), quanti euro ha buttato dalla finestra in estate prendendo un nuovo allenatore e un nuovo direttore sportivo? Forse spiccioli rispetto al buco. Incongruenze che regnano sovrane, ma se almeno Gianfilippo Simoni dice che “Non siamo impazziti, la scommessa di prenderci tutto andava fatta” c’è da credergli. In bocca al lupo.

Poi (finalmente) ecco Stefano Protti, il traino della Fermana cresciuto anche a livello comunicativo dopo due mesi e mezzo a pensare e rimuginare. E’ lui che mette d’accordo. “Mi raccomando, tutti a tifare Fermana da oggi in poi”. Non c’è tempo per parlare di passato. “Perderemmo solo energie”. Bisogna dargli retta. Protti merita tutta la fiducia. “Ho sposato la causa, sento che nei miei confronti è cambiato il clima, ho avuto questa impressione. La società mi ha richiamato ed ho detto sì, perchè se avessi detto no e avessi visto la Fermana ultima in classifica tra dieci partite mi sarei sentito male. Voglio lavorare h24, non so se ci riuscirò ma darò tutto per far arrivare la barca in porto”.

Entusiasmo di nuovo a mille per il mister di Santarcangelo, ammesso che davvero a luglio lo avesse perso così come sosteneva la società. “Non mi soffermerei su ogni parola scritta o detta – ha sorriso Protti -, altrimenti dovremmo stare qui a parlare sino a sera”. Il calcio in effetti è fatto di momenti, impossibile dargli torto. “Chiamata più veloce del previsto? In realtà quando un tecnico non allena vorrebbe essere contattato dopo la prima giornata. Mi aspettavo che qualcuno bussasse alla mia porta dopo il buon lavoro dello scorso anno, o Galassi o un altro ds (per dire Fermana o un’altra squadra, ndr). Sono un po’ arrabbiato perchè il telefono è squillato non moltissimo, anche se degli interessamenti ci sono stati”.

Infine un passaggio per i più attenti. “Per stare qui alla Fermana bisogna avere tante qualità, bisogna essere ometti, non è facile giocare in una piazza del genere, con tifosi da 10 quando si vince ma da 10 anche quando si perde e ci sono mugugni. Il pallone non dovrà mai diventare una bomba atomica“. Insomma, che il Recchioni sia sempre dalla parte dei gialloblu. Ne vale del futuro di questa Fermana. Già a partire da domenica, quando a viale Trento arriverà l’Entella. “Siamo pronti a metterci l’elmetto”.

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