di Andrea Busiello
A Matelica c’è il brutto vizio di gestire la comunicazione con regole un po’ particolari. Purtroppo poter intervistare un tesserato è diventata un’impresa ardua, e francamente crediamo che il limite sia stato abbondantemente superato. La società ha deciso di non rilasciare i numeri dei tesserati per le canoniche interviste settimanali ma l’eventuale richiesta di intervista passa attraverso processi farraginosi e di poca utilità per chi ha intenzione di fare comunicazione.
Nel termine comunicazione cerchiamo, in questo caso, di dare risalto all’enorme lavoro svolto da tutto il gruppo che lavora per il Matelica. Ad oggi la formazione del numero uno Canil è prima in classifica in serie D e con cinque punti di vantaggio sul Cesena, che a detta di tutti avrebbe dovuto ammazzare il campionato. Giornalisticamente parlando quella che si vive a Matelica è una favola e sarebbe carino poter raccontare quello che quotidianamente succede, andando ad ascoltare e vivere le emozioni dei propri protagonisti. Dall’allenatore, al ds, dai giocatori, ai magazzinieri e perché no da tutti i dirigenti. Questo modo però di ostacolare un lavoro che interessa più la società che il nostro organo d’informazione ci fa arrivare alla conclusione che del Matelica cercheremo di farne a meno di parlare nelle nostre colonne se le dinamiche non cambieranno perché, invece, di realtà che vogliono spazio e hanno estremo piacere nell’avere visiblità ce ne sono tantissime. Con tutto il rispetto per la piccola cittadina dell’entroterra maceratese, se non fossero gli organi d’informazione a dare visibilità al miracolo sportivo dei biancorossi in pochi oltre la provincia di Macerata saprebbero in che latitudine è posizionata questa gradevole città. Gestire la comunicazione di un club sportivo di alto livello è, a nostro avviso, una cosa delicata e molto importante. Tramandando i pensieri di grandi del mondo della comunicazione è attuale l’espressione: “Puoi fare tutte le cose più belle del mondo ma se non le comunichi è come se non avessi fatto nulla”. Ecco, allora sarebbe carino vedere nell’organigramma di un club di tale spessore anche un giornalista professionista (o pubblicista) che si occupi della comunicazione e che magari abbia un dialogo costruttivo con colleghi che da decenni sono sulla breccia, e magari sanno anche come si fa bene il proprio mestiere. Avere la supponenza di saperne più di altri che hanno studiato e si sono formati con tanti sacrifici riteniamo che non è un atteggiamento positivo. L’ultimo episodio in ordine di tempo è capitato nelle ultime ore. Avevamo programmato di fare un’intervista al ds Micciola per cercare di approfondire questa bella favola che tutti i matelicesi stanno vivendo. Per bocca della dirigente Roberta Nocelli, persona preposta a gestire la comunicazione del club pur sprovvista del patentino da giornalista, ci viene riferito che il direttore non è autorizzato a rilasciare interviste.
Crediamo, a questo punto, che sia opportuno fare un passo indietro da parte nostra e non dare visibilità oltre il dovuto a una realtà che per meritarla dovrebbe crescere, e molto, sotto il profilo della comunicazione.
