CALCIO – Il 51enne bomber da circa settecento gol in carriera raggiunge un altro traguardo: “Un sogno poter sfidare Patrick, si ho sempre sperato”
Stese contro Corridonia Fc, valevole per la terza giornata del girone E di Terza categoria. Letta così significa poco o nulla, una partita tra le tante del ricco menù del weekend calcistico marchigiano. Assume tutt’altri toni invece se a sfidarsi da una parte e dall’altra un padre e un figlio e più precisamente Martino Papasodaro e il suo “piccoletto” Patrick.
E’ una prima volta assoluta per i due scontrarsi su un rettangolo verde. Martino, a 51 anni, dopo 35 stagioni e quasi 700 gol realizzati, potrà finalmente realizzare uno dei suoi sogni più reconditi: “E’ vero, per me è proprio un sogno, ma allo stesso tempo una soddisfazione e un orgoglio poter giocare contro mio figlio. In realtà è anni che penso a quando sarebbe potuta arrivare questo momento. E invece eccolo lì. Domani sera saremo l’uno contro l’altro. Già l’ho avvisato e messo in guardia. Non ce ne sarà per nessuno”. Martino Papasodaro, affermato bomber marchigiano classe ’71, difende i colori della Stese formazione che al momento guida il girone E a punteggio pieno e lui il suo marchio lo ha già messo alla prima giornata. “Ci provo sempre, spero di riuscirci anche domani sera”. Spera anche Patrick di poter fare un torto al suo caro “vecchio”. Perché come la tradizione ci insegna, tale padre e tale figlio. Anche il giovane classe 2001 lo scorso anno in Promozione con il Corridonia, è un attaccante come Martino, anche se quest’anno sta giocando un po’ più arretrato ma di certo non vorrà farsi sfuggire l’occasione di poter timbrare il cartellino in una sfida così significativa. “E’ una passione di famiglia, a lui gli ho trasmesso i valori importanti dello sport come l’impegno e il sacrificio. Indipendentemente dalla categoria, prima di tutto vengono queste cose qui. Se oggi a 51 sono ancora sui campi da calcio è perché in passato ho saputo seguire dei valori e principi sani che oggi mi portano ad essere quello che sono. Cosa mi spinge a giocare a calcio? Una voglia immensa di fare quello che mi piace di più nella vita. Sono arrivato a quest’età e sfido mio figlio, continuo fino a quando posso e mi diverto ancora”. Saranno anche la notte e le stelle a rendere ancora più magica e memorabile l’atmosfera del derby nella famiglia Papasodaro.