Maggioranza bloccata in Consiglio regionale sulla legge che regola le fusioni tra Comuni nelle Marche

Il gruppo del Movimento 5 stelle critica il provvedimento: “era un ennesimo pasticcio”

Maggioranza bloccata in Consiglio regionale sulla legge che regola le fusioni tra Comuni nelle Marche. La votazione è finita in parità: 14 favorevoli e altrettanti contrari. La proposta di legge non è passata.
Tra le fila della maggioranza, assenti gli assessori Manuela Bora, Anna Casini e il consigliere Francesco Micucci (Pd) mentre hanno votato con l’opposizione i consiglieri dem Federico Talè ed Enzo Giancarli.

La proposta iniziale della Giunta richiedeva per procedere con la fusione il voto favorevole sia della maggioranza complessiva dei votanti, sia della maggioranza dei Comuni interessati. Nel corso della discussione in commissione è stato approvato un emendamento in base al quale se all’esito del referendum consultivo sulla fusione c’è discordanza tra il parere della maggioranza degli elettori e la maggioranza dei Comuni e’ necessario acquisire un nuovo parere dei consigli comunali. Nel dettaglio si richiede un’ulteriore espressione delle singole amministrazioni comunali qualora la maggioranza dei Comuni sia favorevole mentre la maggioranza degli elettori sfavorevole e viceversa. In caso invece di una maggioranza degli elettori favorevoli e di una parità tra Comuni favorevoli e sfavorevoli si procede comunque. “Si tratta di una legge che agevola il compito dell’Assemblea legislativa, che resta la protagonista del processo di attuazione -difende la proposta il relatore di maggioranza Francesco Giacinti (Pd)- Quando non c’è omogeneità tra le due tipologie di maggioranza, quella dei Comuni e quella degli elettori, viene previsto un supplemento di riflessione nei consigli comunali. Un’ulteriore possibilità di approfondimento per interpretare in modo piu’ aderente il risultato elettorale”.

Tra i più critici nei confronti del provvedimento il gruppo del Movimento 5 Stelle. “Noi non siamo contro le fusioni e anzi auspichiamo le fusioni tra i Comuni sotto i 5.000 abitanti, perche’ guardiamo più al miglioramento dei servizi che al campanile – spiega Gianni Maggi (M5s)- ma la Regione si va ad infilare in mezzo a una disputa tra Comuni proponendo una casistica astrusa che mette tutti i risultati insieme. Abbiamo proposto un emendamento in cui diciamo che se uno dei Comuni non vuole fondersi, la procedura si ferma”. Un emendamento ritenuto dallo stesso assessore regionale agli Enti locali Fabrizio Cesetti “incostituzionale perchè per il voto contrario di un Comune e di una minoranza degli elettori verrebbe bloccato tutto il processo aggregativo”. Con la legge attualmente in vigore la decisione viene affidata alla discrezionalità del consiglio regionale recepiti i risultati referendari.

“Non si può cancellare un comune senza il parere favorevole dei suoi cittadini”. Cosi’ il consigliere regionale Federico Talè (Pd) motiva, parlando all’Agenzia Dire, il voto contrario alla proposta di legge sull’iter referendario per la fusione dei Comuni. Un voto che, unitamente a quello di Enzo Giancarli (Pd), ha fatto mancare la maggioranza.
“Il sottoscritto ha sempre guardato con favore alle fusioni dei Comuni – spiega Talè – La fusione va vista, però, come l’approdo di un percorso condiviso da parte delle singole amministrazioni e dei loro cittadini, i quali devono avere il tempo e la possibilita’ di maturare la consapevolezza che la fusione è una scelta positiva”.

Talè non aveva preso parte neppure alla votazione sull’istituzione del nuovo Comune Colli al Metauro nato dalla fusione di Montemaggiore sul Metauro, Saltara e Serrungarina. In quell’occasione complessivamente aveva vinto il ‘si’ alla fusione ma a Montemaggiore aveva prevalso il ‘no’. “Se in uno dei Comuni coinvolti vince il ‘no’ al referendum occorre rispettare la decisione di quei cittadini – continua Talè – Cittadini che evidentemente non sono pronti ad un passo importante come quello della fusione. Per questo motivo non posso esprimere un voto favorevole su questa proposta di legge”. 
A parere di Talè “la modifica normativa necessaria era quella di estendere a tutte le fusioni il principio già sancito per quelle per incorporazione, in base al quale ‘la proposta sottoposta a referendum è approvata se la risposta affermativa raggiunge la maggioranza dei voti validamente espressi in ciascun Comune'”. Secondo Talè poi per non inficiare la possibilita’ di aggregazione dei Comuni coinvolti nel procedimento dove e’ prevalso il ‘si’ “si possono prevedere correttivi per permettere loro di andare comunque avanti fra loro senza dover ricominciare l’iter d’accapo”.

Si è, quindi, riaperta la discussione sulla fusione forzata di Colli al Metauro.
“La democrazia resiste. Questo risultato riapre la discussione sulla contestata fusione forzata di Colli al Metauro”. Il consigliere regionale Piergiorgio Fabbri del Movimento 5 Stelle esulta per l’esito della votazione sulla proposta di legge per modificare l’attuale norma sulle fusioni dei Comuni delle Marche. “Dopo una lunga discussione sulla legge relativa alla fusione dei Comuni, con un colpo di scena finale, il consiglio regionale boccia la legge con un pareggio – dice Fabbri – il Movimento 5 Stelle da sempre ha combattuto contro l’impostazione che la giunta ha dato in questi anni alla normativa sulla fusione dei Comuni in quanto ritenuta non rispettosa della volontà dei cittadini dei Comuni. La proposta di legge era l’ennesimo pasticcio. Oggi le opposizioni, ed in primis il Movimento 5 Stelle, hanno segnato un punto a favore della democrazia”.

Alessandro Molinari
Author: Alessandro Molinari

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