CALCIO – Crocioni, Serangeli, De Cesare, Possanzini e tifosi vicini alla perfezione: i nomi e i momenti salienti di tutti i protagonisti del salto in D
Il giorno dopo è sempre quello delle riflessioni. In casa Maceratese è festa grande per la promozione in serie D al termine di una stagione condotta alla grande e dove c’è stato un avversario (il K Sport Montecchio) davvero degno. I rigori al Del Conero hanno premiato i biancorossi e così nel capoluogo è potuta partire la festa per una promozione in D attesa da 10 anni. Tanti i meriti dei protagonisti che vanno divisi equamente tra società, staff dirigenziale, staff tecnico, calciatori e tifoseria. Partiamo dalla società. Ottima la scelta del Pres Crocioni di affidarsi a due giovani con grande esperienza di campo come Stefano Serangeli e Nicolò De Cesare. Nel primo caso già esperienze da dirigente in altre realtà mentre nel secondo caso la prima esperienza da Direttore ma Macerata già conosceva l’uomo Nicolò per averlo conosciuto nell’altra esperienza da giocatore (con un bel torneo di Promozione vinto). Serangeli ha avuto le idee chiare sin dall’inizio e ha proposto Matteo Possanzini come allenatore. Una sorta di “lui o non inizio l’avventura“. Una scelta risultata giusta e su cui anche il DS Nicolò De Cesare ha subito dato l’ok. Tanti i meriti del Presidente Crocioni in questa stagione. Innanzitutto l’aver affidato la gestione sportiva e organizzativa al duo Serangeli-De Cesare (grande crescita anche nel campo della comunicazione con una presenza massiccia e preziosa sui social con contributi fotografici sempre apprezzati grazie al grande lavoro di Francesco Tartari) che chiaramente era motivatissimo e vogliosissimo di fare bene in una piazza importante come Macerata.

Poche, pochissime sbavature nel corso della stagione e una presenza discreta hanno fatto si che il gruppo squadra potesse lavorare con serenità e tranquillità dall’inizio alla fine. La società è stata bravissima a non far mancare mai nulla: basti pensare agli innesti di Marras, Gomez e Monteiro a stagione in corso quando si era capito che serviva qualcosa in più per arrivare in fondo da leader. Il numero uno del club ha dimostrato maturità e una preziosa crescita sportiva che potrebbe essere utilissima anche per il futuro. Detto di Serangeli che è stato bravo ad andare dritto su Possanzini e difenderlo sempre anche in qualche momento di tensione (dopo Urbino più di qualcuno lo aveva messo in discussione..), l’organizzazione e la crescita della società è passata molto attraverso il valido DG. Nicolò De Cesare merita un capitolo a parte. Arrivato a Macerata da giocatore si è fatto apprezzare prima per le qualità umane e poi per quelle tecniche. Partendo però dal presupposto che in Promozione è risultato una sorta di campione.

Lasciare il calcio giocato è un qualcosa che fa sempre malissimo. Dalla serie A alla Terza categoria le emozioni sono simili. Crocioni conoscendo umanamente De Cesare lo coinvolge a maggio nel nuovo corso biancorosso. Che faccio, penserà Nick, accetto alla prima esperienza una piazza così? Eh si, perché non buttarsi. Una volta deciso di lasciare il rettangolo verde da giocatore bisogna voltare pagina e iniziare questo percorso e perché non farlo in una città che ti vuole bene? E così ecco che Possanzini, Serangeli e De Cesare insieme costruiscono la squadra dell’anno: sempre con le stesse idee. Serve gente motivata, cazzuta, determinata, vogliosa di vincere con umiltà e tanti giovani. Ecco i profili che servono e giorno dopo giorno arrivano. Nomi per i marchigiani sconosciuti come Lucero, Mastrippolito e Vanzan che poi risulteranno a fine stagione essere sostanzialmente i migliori (tiratina d’orecchie forte a Mastrippolito per la leggerezza di Montecchio). Vicino a questi giocatori di calibro come Gagliardini, Bracciatelli, Ruani e Cognigni per citarne alcuni (da menzionare Nicolosi, grande protagonista in campo e nello spogliatoio). Sul capitolo under una menzione a parte. Arrivano Ciattaglia e Bongelli che risultano essere i migliori under del torneo e sicuramente già pronti per la categoria superiore (qui sicuramente il settore giovanile del club dovrà lavorare meglio per il futuro perché tanti giovani dovranno arrivare dal serbatoio giovanile e non andarli a prendere in giro). De Cesare, che notoriamente è un vincente, porta a casa il primo trionfo da Direttore alla prima esperienza. Chapeau. Proseguiamo con i meriti. Matteo Possanzini. Tecnico che umanamente non si discute ma tecnicamente qui si apre un mondo. Tra chi lo ama e chi non lo sopporta per il suo tipo di gioco. Lui però è quello: prendere o lasciare. E così quando la squadra vince e gioca bene grandi applausi. Quando la squadra perde o pareggia e sbaglia in qualche circostanza nel giro palla ecco che tifosi e qualche dirigente mugugna troppo. Lui va dritto per la sua strada godendosi tante domeniche di gioia e qualche domenica un pò turbolenta. Nella gara di Montecchio però probabilmente dimostra ancora una volta di aver creato una squadra, che è una cosa fondamentale per vincere: al di là del risultato finale (la gara finirà 3-2) la Maceratese si trova sotto 2-0 e con un uomo in meno giocando in trasferta. Nonostante ciò la Rata arriva sul 2-2 e questo si può fare solo se tutti remano dalla stessa parte, se tutti ci credono, se tutti non si arrendono e così ecco che i sogni possono diventare realtà. E nel trionfo di questa Maceratese c’è molto di Matteo Possanzini che ha fatto crescere diversi giovani (Ruani, Vrioni e Cirulli su tutti), ha saputo proporre un’idea di gioco e crederci sempre e comunque. Ed è giusto che oggi possa godersi una giornata magnifica: perché vincere un’Eccellenza e per di più a Macerata è qualcosa che capita a pochi allenatori.

Grande spazio a Matteo Possanzini ma anche grandi meriti a tutto lo staff: Emanuele Liberti secondo allenatore, Oscar Brusi preparatore portieri, Christian Mataloni preparatore atletico e Michele Iole fisioterapista: un gruppo che sotto la regia del tecnico ha lavorato sempre affiatato e con la voglia di portare a casa il grande risultato.
Chiudiamo con la tifoseria. Basti pensare che ad Ancona c’erano 3mila supporter e il numero poteva essere maggiore se non ci fossero state delle restrizioni. Cosa dire di più? Un numero pazzesco per una finale e un numero di tifosi in città enorme. A Macerata si vive anche per la Maceratese e in ogni bar, quartiere e via si parla della Rata e dell’affezione che tutti i supporter hanno verso la squadra della città e mi permetto di dire anche in maniera garbata e contenuta. Troppo spesso i tifosi della Maceratese sono stati additati come “Cattivi” quando in realtà trattasi di una tifoseria moderata e tranquilla che rarissimamente nel corso degli anni ha creato grattacapi extra campo. Macerata oggi si gode una giornata di vera festa ma dietro l’angolo c’è già la serie D. E adesso qualche ora ancora di pensare al trionfo poi però testa bassa e ragionamenti volti alla prossima stagione (primo rumors: il segretario Sgariglia lascerà per approdare a Matelica?).
