ECCELLENZA – Al tempo della rassegna in Qatar, i biancorossi tornano indietro di 40 anni sperando che il silenzio stampa porti bene come capitò alla truppa di Bearzot
di Andrea Verdolini
A fare da “apripista” ci pensò, 40 anni fa, l’Italia Mundial in Spagna: bocche cucite, silenzio stampa, con il più taciturno di tutti, “nonno” Dino Zoff a violentare la sua indole e parlare con i giornalisti. Le motivazioni, a ben vedere, non erano trascurabili: critiche ferocissime, soprattutto da parte di alcuni quotidiani ed anche qualche commento ironico su fantomatici rapporti troppo amichevoli tra alcuni componenti del gruppo. Clamorose “fake news” le chiameremo oggi che indussero, forse anche a ragione, a prendere un provvedimento drastico e senza precedenti.
I risultati furono sensazionali: dopo un grigio girone eliminatorio gli azzurri inanellarono, in un rossiniano crescendo, quattro clamorose vittorie sino al trionfo di Madrid. Inconsapevolmente da allora, inaugurarono un “modus operandi”: le cose non vanno…non si rilasciano dichiarazioni ed il “contagio” riguarda, incredibile ma vero, anche i dilettanti. Stamane è stata la volta della Maceratese che ha annunciato, coram populi, il silenzio stampa. In questa fattispecie le argomentazioni sono ignote: giornalisti cattivi che criticano senza cognizione di causa? Urgenza di trovare serenità in un’ambiente in fibrillazione visti i risultati negativi? Il rischio che qualche tesserato si lasci andare a dichiarazioni roboanti che possono destabilizzare il gruppo? Non è dato sapere…
Televisioni, radio, siti web sono in allarme: come si riuscirà ad ovviare a questa decisione così repentina e che sta disorientando la “piazza”? Si riuscirà a fare a meno delle interviste con presidente o ds? Forse ma è una nostra supposizione: non si vogliono distrazioni in un delicato momento di “mercato” dal quale la tifoseria si attende, legittimamente, rinforzi importanti per ovviare ai disastri di inizio stagione nel quale i “giri di valzer” sono stati sorprendenti ed innumerevoli, disorientando tutti. Costantino Rozzi, una volta, prese letteralmente per il bavero un tesserato che dopo una partita non propriamente dall’esito felice e davanti ai nostri occhi, era recalcitrante (eufemismo) a sottoporsi alle domande di “rito”. Altri tempi ed altre categorie…direte Voi ma soprattutto altri personaggi. Il popolo biancorosso, encomiabile, incrocia le dita e spera…Finirà in gloria come in quello storico Mondiale?