Roberto Cresti e Paola Ballesi in Biblioteca (strapiena) sul gruppo ‘Boccioni’ mentre domani s’inaugura a Recanati una prima mostra per ricordare l’anniversario del grande pittore stimato da Marinetti. L’omaggio di Giampiero Mughini alla grande antologica di Palazzo Ricci
di Maurizio Verdenelli
L’anno (di guerra): il 1942. Il luogo: la corte interna di palazzo Costa. Il mittente: l’accademico d’Italia Filippo Tommaso Marinetti. Il destinatario: Wladimiro Tulli, nato il 4 settembre di 100 anni fa, scomparso il 28 febbraio 2003.
L’intestazione, in perfetto stile futurista, del testo, a mano: “Nella cassetta del Messaggero (di cui Tulli era corrispondente ndr) – Subito – Impostarlo”. Il testo: ” Bravo!! Bravi! Bravo il Peschi. Bravo il Gruppo Futurista maceratese U. Boccioni e gloria al genio letterario artistico della guerriera Italia mussoliniana!
F.T. Marinetti”.
Il nome di Tulli e la consacrazione marinettiana -di cui Wladimiro molte volte mi parlo’ pure come suo ‘successore’ nella corrispondenza maceratese del giornale romano- hanno fatto meritoriamente irruzione l’altra sera nell’affollatissimo incontro alla Biblioteca Mozzi Borgetti di Macerata. Una conferenza sul Gruppo Boccioni, dopo la recente storica mostra a Ripe san Ginesio (Aerimmobili), con due solisti d’eccezione, il prof. Roberto Cresti (Unimc) e la prof. Paola Ballesi gia’ direttrice all’Abamc e a Brera. Una cinferenza voluta dagli ‘Amici di Palazzo Buonaccorsi’ voluta finalmente nel capoluogo dove ‘qualcosa in piu’ si poteva fare per ricordare i 40 anni dalla morte di Ivo Pannaggi.
Cresti ha recuperato da par suo l’eccezionale documentazione ed analisi, trasfusa nel prezioso catalogo sanginesino, entusiasmano la platea sulle ali degli Aerimmobili e nella nostalgia del piu’ giovane e talentuoso dei Futuristi, Bruno Tano, padovano con Macerata nel cuore, morto a 29 anni. Assistito fino all’ultimo; nella straziante dolorosa agonia -ha ricordato Paola Ballesi, da Wladimiro Tulli. Che ora la sua terra si accinge a celebrare.
A cominciare da domani, ore 17.30, a Recanati, Villa Colloredo Mels con trentatre’ opere dedicate a Leopardi: “Tulli per Giacomo”.
Ad inaugurare la mostra che apre l’anniversario centenario, Carla Tulli, figlia adorata di Wladimiro. La signora Carla, l’altra sera, era presente nell’auditorium della BMB. “In programma nell’arco di questa primavera, ci sono altri tre eventi, a Macerata”.
Nel capoluogo ci sono illustri testimonianze anche del Tulli scultore, segnatamente all’ingresso del Palazzo di Giustizia e a borgo San Giuliano. Negli anni 80, la Cassa di Risparmio gli dedico’ a Palazzo Ricci una grande antologica: la serie, estiva, era iniziata nel nome di Scipione e comprese pure l’altro illustre maceratese: Valeriano Trubbiani. Al vernissage partecipo’ Giampiero Mughini, amicissimo di Carla Tulli. Alla sua maniera, un po’ provocatoriamente, il celebre opinionista si era seduto a terra, la dura pietra della corte interna di palazzo Ricci, adesso un po’ ingresso d’honneur di Vere Italie by Parcaroli, tra abiti scuri e le toilettes eleganti della Macerata-bene venuta a festeggiare il ‘ragazzo terribile’ (simpatico, lo descriveva Marinetti) del Futurismo italiano. Mughini, ad un certo punto, mi tese la mano per tirarsi su. E mentre cosi faceva, con il mio aiuto: “Tulli, un genio”.
Certe volte rivedo l’amico, che con Gabriele Censi intervistai 15 giorni prima che se ne andasse, seduto anch’egli come Mughini quel pomeriggio sulla pietra di una piazza, ad indicarci come quello spirito artistico che fece di Macerata una capitale della Cultura europea, ancora ostinatamente permane.
Le foto in b/n di W .Tulli sono tratte da ‘Wladimiro Tulli. Opere futuriste 1938-1944’. Skira editore, 1996