Il 28enne era già noto alle forze dell’ordine per tentato omicidio e porto di oggetti atti ad offendere
Questa mattina gli agenti della Squadra Mobile di Macerata hanno fermato un cittadino ghanese di 28 anni trovato in possesso di un’ascia e di un ferro da traino. L’uomo si aggirava con fare sospetto in via Don Bosco in direzione della stazione ferroviaria.
I poliziotti lo conoscevano perché lo scorso dicembre, lo avevano già fermato e denunciato all’autorità giudiziaria per rapina aggravata e lesioni personali. In quell’occasione infatti, aveva percosso violentemente un suo connazionale procurandogli lesioni gravi con una bottiglia e gli aveva rubato il telefonino. Pochi mesi prima, inoltre, gli uomini della Volante di Macerata lo avevano fermato e segnalato all’autorità giudiziaria per tentato omicidio e porto di oggetti atti ad offendere perché all’interno del Sert aveva tentato di sferrare una coltellata ad un’altra persona.
Riconosciuto quindi come individuo pericoloso e notando che si guardava attorno con fare circospetto, gli agenti hanno deciso di seguirlo per studiarne i movimenti e capire le sue intenzioni. Durante il pedinamento, hanno notato che si soffermava a guardare dentro le auto in sosta. Quando poi gli uomini della mobile hanno visto che si fermava vicino ad una macchina e si guardava intorno come se fosse pronto a passare all’azione, hanno deciso di fermarlo e di sottoporlo a controllo.
Nel corso della perquisizione, hanno scoperto che il ghanese era in possesso di un ferro da traino e di un’ascia multiuso, munita anche di un coltello nel manico e di un martello avverso al taglio dell’ascia. Il 28enne ghanese non ha fornito spiegazioni né sui motivi per i quali si trovasse da quelle parti né tantomeno perché si portasse dietro quel materiale particolarmente pericoloso se usato come strumento da offesa. Per questo motivo è stato denunciato alla locale procura della Repubblica per porto di oggetti atti ad offendere mentre il materiale rinvenuto è stato posto sotto sequestro.
Sono in corso indagini da parte della Squadra Mobile sia per accertare la provenienza delle armi improprie sia per verificare quali fossero le reali intenzioni del giovane.
