SERIE D – Altra magra figura con la Civitanovese e retrocessione a breve. Dopo lo svantaggio il ds accaldato mentre Calcinaro abbandona la tribuna. Al triplice fischio solo l’allenatore davanti ai microfoni: società indescrivibile
La Fermana è virtualmente in Eccellenza. Non da ieri. Anche se abbiamo fatto finta (come l’anno scorso…) che il miracolo potesse accadere se solo nelle ultime quattro partite i canarini avessero vinto sempre. In pratica bisognava trasformarsi nel Barcellona, così, da un momento all’altro, senza neanche sapere come. Impossibile. E infatti la fiammella è durata mezzo secondo (vittoria con l’Avezzano) prima di spegnersi.
In realtà la speranza si è spenta abbastanza presto pure con la Civitanovese – tecnicamente povera pure lei, in effetti era ultima contro penultima… -: al 15′ canarini crollati con Karkalis che continua a seguire le punte a tutto campo neanche giocasse nell’Atalanta di Gasperini. Se con l’Avezzano, dalla sua zona bucata una volta portato fuori dall’avversario con un semplice movimento, era scaturito il rigore poi sbagliato da Ferrari, stavolta Milani si è infilato e ha fatto centro. Partita finita. Il ds canarino Michele Paolucci, civitanovese di nascita ed ex Civitanovese da calciatore, che nel pre-gara era elegantissimo come sempre, ha avuto un picco di calore nonostante la pioggia avesse rinfrescato l’ambiente: via la giacca e cravatta allentata lì sopra in tribuna. Accanto a lui pure il sindaco di Fermo Paolo Calcinaro, appoggiato alla balaustra sopra alle panchine con un giubbotto di colore bordò.

Il pomeriggio calcistico del primo cittadino è durato pochissimo, proprio come la partita della Fermana. Pochi istanti dopo la rete dello 0-1, Calcinaro ha alzato i tacchi e se n’è andato, magari per altri impegni istituzionali sicuramente più importanti. Al triplice fischio epiteti negativi e solite contestazioni ai volti noti del club. Nonostante tutto, qualcuno del direttivo all’ingresso degli spogliatoi mostrava un sorriso largo così: contenti loro… Mentre altri, a dire il vero, erano molto arrabbiati. Peccato che tutti si siano poi scordati di “accompagnare” in sala stampa mister Mirko Savini, che già si era messo davanti ai giocatori per chiedere scusa al pubblico. Un gesto non dovuto, dato che il tecnico era stato chiamato per ultimo a traghettare una nave già mezza affondata. Di fronte ai microfoni Savini ha cercato di arginare le emozioni lancinanti che nella pancia del Recchioni non fanno più notizia. “Andremo comunque a duemila fino al 4 maggio, chi non se la sente se ne stia a casa”, ha detto, mentre dalla società bocche cucite. Tutto così assurdo. Buona Eccellenza. Siete sicuri di essere in grado di farla?
