Lente d’ingrandimento su Perugia-Ascoli: gara tatticamente impeccabile dei bianconeri

SERIE B – La marcatura a coppie in mezzo al campo la chiave del match, l’intelligenza di Piccinocchi l’arma in più

di Matteo Rossi
L’Ascoli esce dal “Curi” di Perugia con il primo pareggio stagionale. Un punto, diciamoci la verità, alquanto risicato e che sta stretto alla compagine bianconera. Eppure mister Paolo Zanetti si è presentato in sala stampa con un sorriso a trentadue denti. Questo perché la prestazione c’è stata, la risposta è arrivata forte e non solo nel secondo tempo.
Iniziamo dalle scelte di formazione. La “vecchia guardia” è stata confermata in blocco eccezion fatta per Valentini, ma la più grande scommessa di Zanetti è stata scegliere Brlek sulla trequarti per supportare un centrocampo che poteva faticare contro la qualità di Falzerano e compagnia. Mossa numero uno: vincente. Brlek si pianta su Carraro in fase di non possesso, sbagliando una sola uscita netta al 44′ della prima frazione di gioco. Altrimenti è perfetto nelle chiusure ma altrettanto nel rubare palla sulla trequarti avversaria (ben 5 recuperi netti dai 40 metri in giù). Poco male, purtroppo, pensare che poi il Croato non abbia avuto lo stesso potere decisionale in due momenti in cui poteva calciare in porta con diversa cattiveria. Migliorerà anche in questo.
Marcatura a coppie

Al netto di ciò, la forza del secondo tempo ascolano sta tutta nel gruppo. Frase presto scritta, ma per quale motivo? L’Ascoli è una squadra che vive di individualità. Così è stato e così sarà per tutta la stagione. Ma quando l’individualità, o meglio l’istintività, viene messa al servizio della squadra ecco che davvero escono prestazioni come quelle del Curi. Il giocare a specchio in termini di modulo ha favorito l’applicazione dell’Ascoli, non solo evidenziata dall’impegno immenso di capitan Ardemagni quasi da quinto a destra (ha salvato due possibili occasioni del Perugia nell’area bianconera con profondi ripiegamenti) ma di tutta la squadra. Le coppie, come si vede in figura, sono presto fatte: Carraro-Brlek, Dragomir-Piccinocchi, Falzerano-Cavion e Bonaiuto-Troiano. Il centrocampo ascolano non ha perso quasi mai queste marcature e da lì nasce la buona prestazione bianconera. 

Nel primo tempo è mancata la qualità delle giocate, o forse l’Ascoli accelerava quando i ritmi dovevano essere abbassati e viceversa. La scelta di Zanetti è quella di convergere, lasciare ampie circonferenze di libertà a Di Chiara e Rosi, chiudendo centralmente le uscite dai blocchi difensivi di Iemmello e Falcinelli (mai veramente in partita contro Brosco e Gravillon) e la possibile qualità di Bonaiuto, venuta fuori solo nell’occasione del doppio dribbling con tiro al lato nel primo tempo. Alla tattica a coppie poi si inserisce ancora il talento della sensazione. Per questo c’è Mario Piccinocchi, personalmente il centrocampista di cui Zanetti non dovrebbe fare a meno. L’esempio è al minuto 42′ quando prima, neanche a dirlo, è attaccato a Dragomir, successivamente allarga su Pucino dal centrosinistra alla fascia destra e neanche 7 secondi dopo ha tagliato in due la trequarti per inserirsi nella zona che Scamacca aveva lasciato libera venendo a dare appoggio.
Piccinocchi protagonista nella manovra offensiva
Questo tipo di lavoro è marchio Piccinocchi, sempre. Lui è il giocatore intelligente per gli inserimenti ed è forse la qualità che ha convinto Zanetti a dire: “Beh, si, lo provo mezzala, eccome se lo faccio!”. L’applicazione difensiva del Perugia di Oddo è stata meno efficiente e continua in fase di marcatura. Bene anche Gravillon (13 recuperi, sono tantissimi). Da migliorare ci sono diversi aspetti, ma soprassedere su una prestazione così ben fatta dagli interpreti bianconeri non sarebbe comunque giusto. Da questa applicazione, ed un po’ più di coraggio, bisogna continuare. Certo, poi le partite sono risolte o meno da un retropassaggio sbagliato, due pali, un fallo di mano non fischiato. Insomma, dagli episodi. Tuttavia, sempre, gli episodi sono figli della partita e questa partita l’Ascoli, tatticamente e mentalmente, l’ha nettamente fatta sua.
Ampio raggio di gioco per Piccinocchi
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