“La retribuzione media per un giovane è di 12mila euro, 1.800 euro in meno rispetto alla media italiana” la denuncia della segretaria generale Mazzucchelli dalla Festa dell’Unità di Pesaro
di Gioele Pincini
“Nelle Marche serve un nuovo progetto di sviluppo condiviso e capace di riaccendere la capacità di sognare un futuro migliore altrimenti avremo lavoratori e pensionati sempre più poveri, donne sempre più penalizzate e giovani in fuga”. Sono le parole della segretaria generale della Uil Marche, Claudia Mazzucchelli, intervenuta ieri pomeriggio alla Festa dell’Unità di Pesaro, ospite della tavola rotonda dal titolo “Marche e nuove povertà”. “È necessario – ha ricordato la segretaria – prendere decisioni insieme perché altrimenti si rischia di muoversi a velocità diverse con il risultato che poi i giovani vanno all’estero o in altre regioni”.
Secondo una ricerca del Sole24Ore, un 30enne marchigiano che vuole andare a vivere da solo avrebbe bisogno di circa 1.400 euro mensili come capacità di spesa. “Al di sotto di questa cifra – ha spiegato Mazzucchelli – è povertà assoluta perché significa che non ha risorse per fare spesa, pagare un affitto o le bollette. La retribuzione media dei nostri ragazzi nelle Marche è di 12mila euro lordi l’anno, 1.800 euro in meno della media nazionale. Tirocini non retribuiti, tempo determinato, part time involontario, lavoro specializzato sottopagato, paghe comunque minori rispetto all’estero ma anche a confronto con regioni come Emilia Romagna e Lombardia. Poi non stupiamoci dell’inverno demografico, dei nostri ragazzi che vivono a lungo con i genitori o che se ne vanno fuori regione oppure all’estero. Non si è impoverito solo il singolo ma tutta la comunità, e se oggi le Marche sono retrocesse a regione in transizione è perché il PIL si è abbassato”.
Nuove povertà che riguardano anche le donne che, nelle Marche, vedono stipendi inferiori del 30% rispetto agli uomini. “Pagate meno e con maggiori carichi di impegni in famiglia. Gli stipendi poveri significano meno contributi e pensioni basse un domani. Il 70% delle pensionate marchigiane percepisce meno di 750 euro al mese – ha aggiunto Mazzucchelli – Questo avviene perché il carico degli impegni per la gestione di una famiglia è ancora troppo sbilanciato sulle donne e perché mancano le risorse per dare al Paese un vero welfare. Il sistema fa acqua ed è venuto anche meno quel sistema di welfare familiare rappresentato dai nonni perché oggi si lavora fino a tarda età. Il MEF dice che abbiamo 90 miliardi di evasione fiscale: perché non si vanno a recuperare? Avremo così le risorse per sanità, istruzione e quindi per quegli strumenti che consentono di poter lavorare e gestire una famiglia. Strumenti non solo per le donne perché occorre arrivare a una cura condivisa. Le nuove generazioni sono diverse, ma comunque c’è un problema culturale che persiste e le politiche su questo fronte sono deboli. In altri paesi europei il congedo per i padri, ad esempio, è obbligatorio e più lungo”.
Una situazione che peggiora di anno in anno e che il sindacato monitora dai propri uffici con l’aumento di persone, famiglie e pensionati che non arrivano alla fine del mese e che si rivolgono agli sportelli per chiedere sostegno. “Noi – conclude Mazzucchelli – vogliamo rimettere le persone al centro delle politiche di questo Paese. Dobbiamo far sì che si riattivi la speranza in un futuro migliore, che riparta quell’ascensore sociale che si è definitivamente fermato, vogliamo che ci sia possibilità di sognare. Tutto questo lo dà il lavoro di qualità, ma un progetto organico a lungo termine deve essere condiviso da tutti: politica, imprenditori, sindacati e parti sociali. Se invece al centro resta il profitto, ognuno continuerà ad andare per sé e verrà meno lo sviluppo economico e sociale”.