Boranga torna tra i pali a 75 anni: “Inizio la seconda giovinezza”

IL PERSONAGGIO – L’ex portiere di A e B giocherà con la Marottese in Terza categoria

di Sara Santacchi

Tornare a giocare a 75 anni con la stessa verve di un ventenne. E’ la storia di Lamberto Boranga, nato a Foligno nel 1942, portierone di serie A e B tra i pali di Reggiana, Fiorentina, Perugia, Cesena, Parma e Foligno (per citarne alcune) che tornerà a vestire i guantoni in Terza categoria con la maglia della Marottese, squadra in provincia di Pesaro. Un vero recordman che proprio nel corso della trasmissione Le Marche nel pallone in onda su Tvrs ha firmato il contratto che lo legherà alla compagine che sta lottando per il salto in Seconda categoria. In barba alle 75 primavere (festeggiate lo scorso ottobre) Boranga, il portiere laureato in medicina dello sport, è pronto a ripartire e rimettersi in gioco sul rettangolo verde: “E’ la chiusura del cerchio, inizio una sconda giovinezza – spiega con molta semplicità – Ho iniziato a giocare a calcio a 15 anni proprio in Terza categoria, ma allora non avrei potuto giocare quindi all’appello rispondevo a un altro nome – racconta simpaticamente – ho ritenuto che fosse giusto e volevo riappropiarmi di quella categoria che mi mancava”. Un atleta a 360 gradi che lo sport ce l’ha nel dna, come sottolinea lui stesso elencando le specialità atletiche in cui è preparato: dal salto in lungo, a salto in alto, dai 100 metri ai 400. Boranga qual è il suo segreto? “Non ci sono segreti, c’è uno stile di vita che porta a mantenersi: l’allenamento sicuramente. Poi l’alimentazione, anzi, prima di tutto l’alimentazione. Io prima non avevo regole, poi ho iniziato a seguire un regime regolare. A 30 ho smesso di fumare a 35 di bere alcolici. Da quando ho 40 sono diventato vegetariano. Il calcio, così come lo sport, ti dà tanto, ma bisogna anche sapere che ci sono delle regole da rispettare per il proprio fisico. Poi sicuramente io ho vissuto un calcio diverso da quello di oggi e mi è servito per prendere due lauree e diventare medico”. Cosa pensa del calcio odierno, è tra i malinconici che rivorrebbero quello di una volta? “I tempi cambiano, è inutile pensare che tutto possa rimanere immutato. Farebbe sorridere oggi pensare ad avere ancora il libero in campo. Il bello è anche questo: che lo stesso sport possa evolversi. Magari prima era un calcio meno tattico però c’erano giocatori forti, veramente”. Quindi si riparte con la Marottese? “D’estate sono sempre andato al mare a Marotta quindi non potevo che accettare. Mi sento marchigiano d’adozione, le conosco tutte le Marche da San Severino, città del mio amico Castori a Camerino dove c’è Massimo Palanca. Poi al mister l’ho già detto: se non mi vede in forma, in porta è meglio che giochi l’altro portiere, non devono esserci obblighi. Poi se serve mi metto anche in attacco”.

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