L’ultimo saluto al Duomo di Pesaro
Un Duomo gremito per l’ultimo saluto a Pierpaolo Panzieri, ucciso lo scorso 20 febbraio nel suo appartamento di Via Gavelli, in centro a Pesaro. Questa mattina la città intera si è stretta attorno alla famiglia, che ha voluto funerali aperti e partecipati. E così è stato, tra la commozione dei familiari, degli amici e di chi – pur non conoscendo lo sfortunato ragazzo – ha voluto unirsi al dolore e alla preghiera. “Quello che è accaduto ha segnato la vita della comunità e della città – ha detto nella toccante omelia Don Stefano Brizi – . Possa l’amore di Dio illuminare il buio del dolore della famiglia Panzieri. Pierpaolo era un ragazzo solare, accogliente, disponibile, dallo sguardo vivace e con tanti interessi, la musica in particolare”. Fiori bianchi, foto, sguardi contriti, non è mancato l’omaggio musicale degli allievi di Sonart, c’erano gli amici di comitiva del salotto Cavour, tutti attorno a mamma Laura e papà Pietro, al fratello Gianmarco, agli zii, ai nonni. Dolore, sgomento, lutto.

Michael Alessandrini, l’omicida per il quale è stata depositata dal legale la perizia psichiatrica, ieri nell’interrogatorio nel carcere di Villa Fastiggi ha dato la sua versione al gip Antonella Marrone: “Jave mi ha ordinato di uccidere Pierpaolo e sarei pronto a rifarlo ancora“, la sua follia. Aveva preparato una trappola, lasciando una birra speciale in bagno, una sorta di sorpresa. Lo ha invitato a seguirlo e, due metri dopo, gli ha sferrato le 15 letali coltellate. Si era sentito provocato dal riferimento alla tromba che suonava. Avrebbe intuito che intendeva riferirsi a Julia, la ragazza che compare e scompare dai racconti di Alessandrini. L’avvocato Asole ha assicurato che Michael era solito portare con sé il coltello e che non lo avesse preso con sé quella sera appositamente per uccidere l’amico, nel suo delirio mistico.