La poesia simbolo della lotta al Covid torna all’ospedale “Carlo Urbani”

Il ricordo dell’infermiera-poetessa

La poesia simbolo della lotta al Covid, dal titolo “Mi ero persa”, della poetessa infermiera Maria Teresa Chechile, torna nel luogo in cui è nata: sarà affissa all’ingresso del reparto di pneumologia dell’Ospedale Carlo Urbani di Jesi, dove l’infermiera lavorava in quei giorni e dove ancora presta servizio. “I versi vennero scritti in piena pandemia, il 26 marzo 2020, in un giorno di primavera “dal silenzio assordante, tra paure e ansie”- ricorda Chechile. L’opera ha avuto grande successo ed è stata premiata anche con il Premio Alda Merini dell’Accademia dei Bronzi di Catanzaro.

“‘Mi ero persa’ – spiega la poetessa infermiera – è lì a evocare e rievocare quel tempo e le emozioni che hanno attraversato il periodo pandemico. A quattro anni dal Covid la poesia, dopo aver viaggiato in lungo e in largo per l’Italia ed essere stata rappresentata in un murale all’ospedale di Pesaro, torna da dove è nata, recuperando sentimenti ed emozioni del primo momento, chiude con la speranza che si apre al mondo. Quella rinascita che è data dalla capacità umana di trovare soluzioni agli innumerevoli problemi, non solo sociali ma e soprattutto alla cura del corpo e cura dell’anima”. La poesia è inclusa nel libro “Le foglie non cadono mai uguali” premiato a Montecitorio con medaglia di bronzo e edito da Albatros (ANSA).

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Author: redazione

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