Il business dell’utero in affitto è una pratica illegale in Italia ma non fuori dai confini nazionali. Si possono spendere dai 20 ai 290 mila dollari per portare a termine l’operazione
“L’agenzia offre bambini in vendita ad un prezzo ragionevole..“, questa frase che ho efferatamente stigmatizzato, indubbiamente desta sdegno e sgomento, tuttavia, se ne cambiamo la semantica, la nostra coscienza non ci angoscerà e parleremo con orgoglio, di maternità surrogata. Quanto ne sappiamo davvero di questo fenomeno, che consente solo a persone benestanti di poter realizzare il loro sogno? Si possono spendere dai 20 ai 290 mila dollari, basta consultare il web e scegliere l’agenzia (a sua volta legata da interessi finanziari alla clinica, ai medici ed agli avvocati) che propone l’offerta migliore. Il business dell’utero in affitto è una pratica illegale in Italia ma non fuori dai confini nazionali. Dall’India alla California, dall’Ucraina al Canada ad altri paesi, si possono comprare esseri umani, sottoscrivendo con la futura gestante, un contratto che indicherà il prezzo, le condizioni d’acquisto, le penali, gli obblighi della partoriente durante la gravidanza ed il diritto di recesso. Rivendicando il presunto diritto delle coppie eterosessuali, omosessuali e single di poter avere dei figli, laddove per varie e diverse ragioni la “natura” non li assecondi in questo desiderio, si legittima un crimine contro l’umanità, ovvero lo sfruttamento di esseri umani, mortificando la sacralità del corpo delle donne. Ma come funziona questo “nobile percorso”, che permette di diventare genitori ad ogni costo ? L’agenzia consente di scegliere la donna che si preferisce, nei confronti della quale si svolgono preventivamente indagini, l’anamnesi medica, quella dei suoi familiari, l’estrazione sociale, l’aspetto fisico e, una volta accordati sul prezzo della “merce” (poche storie, è di questo che stiamo parlando), la futura gestante dovrà accettare di sottoporsi a specifici e scadenzati esami clinici ed a uno stile di vita regolare. Per intenderci, viene dettagliatamente normato il comportamento che la donna deve avere per tutta la durata del contratto, sia rispetto al proprio corpo che nel rapporto con il feto prima, e con il bambino poi. Può essere regolamentato per contratto cosa mangia, lo stile di vita che avrà, le sue abitudini, i farmaci che può o deve assumere, la prassi medica e praticamente ogni aspetto della vita personale che possa interferire con il corretto sviluppo del feto, compresa la pratica del sesso durante la gravidanza. E se poi madre natura spietatamente interviene e qualcosa non va così come previsto? Se ad un certo punto della gravidanza, compaiono nel feto difetti fisici e/o psichici che accade ? Semplice, il contratto si risolve, l’amato bimbo/a per cui si è ordinato pagando l’equo corrispettivo viene ripudiato dai clienti e questa povera creatura, finirà in un orfanotrofio, sempre che non sopravvenga la decisione drastica della mamma di abortire. La nostra coscienza ci consente di accettare tutto ciò? Nessuno nega la gioia ed il dono della maternità alle coppie eterosessuali, omosessuali o single ma non in questo modo. C’è infatti l’adozione per questo e la circostanza che l’iter del procedimento sia delegato al Tribunale dei Minorenni, non è un caso, essendoci serie ragioni per accertare se i futuri genitori siano meritevoli o meno di avere un figlio, che deve essere difeso e tutelato al di la di ogni limite. Probabilmente non avete idea di cosa deve passare la coppia affidataria, prima di poter ottenere un provvedimento di adozione, di come la loro vita viene setacciata e passata al microscopio, sotto lo sguardo attento e severo del Giudice e degli assistenti sociali per oltre un anno dall’affido provvisorio. I bambini sono un dono ed una benedizione ma sono indifesi e fragili, per cui vanno protetti da ogni situazione per loro potenzialmente lesiva. Vi dicevo poc’anzi, riguardo gli aspiranti genitori, che si arrogano il diritto di poter acquistare un essere umano, corrompendo una donna con del denaro (per inciso, si approfitta di uno stato di necessità / indigenza oppure, si accetta la malsana pratica di alcune di loro, di trasformare la sacralità della gravidanza in un lavoro ben remunerato), come questi ultimi, pretendono precise e dettagliate informazioni e garanzie sulla gestante. Ma ditemi, chi controlla invece loro? E se avessero un trascorso di violenza, di uso di sostanze stupefacenti, di alcolismo, di abusi, di pedofilia o dei precedenti penali? E se si fossero incapaci di avere una relazione stabile per lungo tempo, abbandonando sistematicamente dopo un certo periodo il partner? Che fine farà davvero questo bambino/a, qualcuno se lo è mai chiesto, a qualcuno importa? A Voi?
Il Condor

Author: Alessandro Molinari
Sono un amministratore