VOLLEY A1 – Un invito alla riflessione prendendo esempio da chi ha fatto la storia dello sport
di Andrea Verdolini
Come ampiamente preventivabile…tutti i salmi, in casa Lube, sono finiti in gloria. Giampaolo Medei, recita la nota ufficiale, ha rassegnato le dimissioni ed alla Società, “allibita e sconcertata” da tale decisione, non è restato da fare altro che accettare l’inopinato fatto compiuto ringraziando l’ex tecnico per il coraggio e la coerenza dimostrati anche in questa circostanza. Il grande paradosso di un allenatore che era e resta valido ma costantemente sulla graticola e, nella migliore delle ipotesi, sopportato da qualcuno e mal digerito da altri, si è dunque concluso. Paga, a nostro giudizio, il meno colpevole: si è trovato ad avere tra le mani, lui che stava optando per altre strade professionali, un gruppo di “fuoriclasse” solo sulla carta, male assortito e praticamente impossibile da gestire. Ci ha provato con volontà ed abnegazione e ad un certo punto facevamo il tifo per lui, 44enne coach fatto e cresciuto in casa costretto a barcamenarsi in una navicella che faceva acqua da tutte le parti. Peccato: le ultime, sanguinose sconfitte, potevano essere per la proprietà della Lube, l’occasione di fare davvero un repulisti generale e di applicare, finalmente, un concetto che a Passo di Treia sembra quasi una chimera ossia “programmazione”. Come? Ad esempio affidandosi ad un autentica autorità nel piccolo mondo del volley ossia Radostin Stoychev, quasi incredibilmente “sulla piazza” e che potrebbe apparire come il classico uomo giusto nel posto giusto. Purtroppo però sembra avere un peccato originale: nello spogliatoio non tollera figli e figliastri, è abituato a far lavorare duramente gli atleti alle sue dipendenze utilizzando un po’ di carota ma anche molto “bastone”. Non sia mai che un personaggio del genere venga proposto ai Nostri campioni: potrebbe accadere che sono costretti agli straordinari… L’ipotesi Kovac, ex mai dimenticato se non altro per la dedizione alla causa (una rarità di questi tempi) appare poco percorribile e sembrano sfumate sul nascere le strade che conducevano a Renan Dal Zotto. Insomma è un rebus complicato ed al termine di un summit, tenutosi di prima mattina (per certe cose occorre avere la mente sveglia) la montagna ha partorito il più classico dei “topolini” ossia la separazione con Medei senza avere il nuovo allenatore a portata di mano. Resta però il nodo più difficile da sciogliere: quello di una squadra costruita senza né capo né coda, affidandosi ai curriculum dei singoli piuttosto che guardando alla chimica di squadra in uno sport dove, varrà la pena per qualcuno fare un ripasso, il gesto tecnico di ognuno è la diretta conseguenza di quanto fatto in precedenza dal compagno. Ormai questo è un dato di fatto come pure che, sinora, chi ha contribuito a questo progetto tecnico fin qui fallimentare resta aggrappato alla poltrona, come facevano un tempo gli intramontabili ministri DC. Nel contesto però di una squadra nata male c’è modo e modo di cedere le armi agli avversari se non altro per rispetto del pubblico pagante e degli abbonati che hanno una pazienza “orientale”. Per questo, noi che abbiamo assistito alla grande escalation della Lube meno social ma più ruspante, degli inizi ci permettiamo di dare un consiglio che non è farina del nostro sacco, beninteso, ma di chi ha fatto la storia dello sport in queste latitudini. Quando notava l’assenza di quella famosa “garra” agonistica Costantino Rozzi prima sbottava affermando che gli operai della sua impresa edile ci mettevano 3 mesi per guadagnare quanto i giocatori portavano a casa in un giorno con un paio di ore di allenamento, poi li mandava a “riflettere” in un ben noto hotel, di stampo spartano, nelle colline tra Norcia e Cascia dove non c’è connessione internet, la rete cellulare è assente ed il telefono fisso è una conquista. Innumerevoli volte, ci hanno raccontato decani del giornalismo, ha prodotto, chissà perchè, benefici effetti, forse per il clima francescano che si respirava. Non potrebbe essere così anche per le superstar, specie quelle caraibiche, della Lube?
