Indagine su furti e vendite di oggetti archeologici: fra i 23 arrestati anche un fermano

La misura cautelare è stata disposta dalla procura di Crotone

Anche un fermano di 70 anni è tra le 23 persone che sono state poste agli arresti, su disposizione della procura di Crotone, nell’ambito di una complessa indagine sul furto e la vendita di oggetti archeologici di grande valore. Le misure cautelari, due persone in carcere e 21 ai domiciliari, sono scattate dopo mesi di lavori coordinati dai carabinieri del nucleo tutela del patrimonio culturale di Cosenza.

Un lavoro partito dal sud d’Italia per articolarsi in diverse regioni della penisola, ma anche all’estero, toccando Gran Bretagna, Germania, Francia e Serbia. Oltre alle 23 persone, sono stati emessi infatti 80 avvisi di garanzia, molti dei quali all’estero, con la collaborazione dell’Europol. Alle delicate indagini hanno partecipato anche la Metropolitan police di Londra, la polizia criminale del Baden Wurttemberg, l’ufficio centrale di polizia francese ed il servizio serbo di lotta alla criminalità organizzata. Ancora tanti i dettagli dell’indagine da chiarire. Si parla di reperti trafugati di altissimo valore.

Gli oggetti che sono stati sequestrati finora avrebbero un valore complessivo stimabile in circa due milioni di euro, ma l’indagine è tutt’altro che chiusa. I reperti, secondo l’accusa, sarebbero stati prelevati da alcune aree archeologiche di pregio in Calabria, in particolare nel Crotonese e nel Cosentino, per poi finire in un mercato internazionale. Tutto è partito dal rinvenimento di strani crateri che sono poi stati subito segnalati dalla locale Soprintendenza alle forze dell’ordine

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