Quando parliamo di gioco d’azzardo la mente automaticamente va a sale da gioco, casinò lussuosi con tavoli verdi e strutture di accoglienza. Ciò è ovviamente in parte vero, ma la digitalizzazione ha toccato eccome anche il settore del gioco d’azzardo. Il passaggio da analogico a digitale ha infatti influenzato tutti gli aspetti della vita umana, e il gioco, fedele “compagno” dell’uomo fin dalla notte dei tempi non poteva sfuggire a questa dinamica. I recenti sviluppi del gioco d’azzardo in particolare in materia legislativa hanno fatto sì che questo settore crescesse ancor di più in Italia, proprio laddove nel 1638 nacque la prima casa da gioco al mondo, a Venezia. Approfondiamo i cambiamenti che riguardano le leggi sul gioco d’azzardo in Italia, e cosa è cambiato.
Il contesto culturale passato e presente
C’era una volta la Roma Imperiale, contraddistinta da grandi conquiste territoriali, inimmaginabili costruzioni tutt’ oggi in piedi, e tanto gioco d’azzardo. Si giocava talmente che anche gli imperatori, fra cui Claudio, Caligola e Nerone erano assidui scommettitori e giocatori, tanto che fu emanata la prima legge dell’umanità relativa al gioco d’azzardo, la lex tabularia. Però da quel momento il mondo del gioco è avanzato e l’Italia non ha letto con anticipo cosa sarebbe potuto diventare il gioco con l’era digitale, e ora si trova indietro rispetto ad altre nazioni quali Malta, Gibilterra, ma anche Francia e Inghilterra. Solo negli ultimi dieci anni, ad esempio, gli operatori stranieri hanno potuto operare in Italia, e grazie a ciò tanti tipi di giochi e mercati diversi hanno potuto affacciarsi sul suolo italiano, proprio come le Slot Machine NetEnt, che propongono continuamente bonus e jackpot progressivi.
Dal 1897 al 1992, il “primo periodo”
I primi passi in Italia in materia di regolamentazione del gioco si sono mossi a cavallo fra ‘800 e ‘900, più precisamente nel periodo fra il 1897 e il 1992, che potremmo definire come “primo periodo” nella storia della legislazione italiana sul gioco. In quel periodo vennero regolamentate tutte le lotterie a premi, e vennero introdotti giochi celebri e storici come il Totip, il Lotto, il Totocalcio con il famoso “13”, e poi ancora vennero aperti i casinò di Campione d’Italia, quello di Sanremo, altresì Venezia e Saint-Vincent. Soltanto nel 1948 lo Stato diventò completo controllore del gioco pubblico, e ciò è sancito dalla Costituzione all’articolo uno del Dlgs del 14 aprile 1948 n. 496.
“Secondo periodo” dal 1992 al 2002
Nel “secondo periodo”, che va dal 1992 al 2002, avviene la vera e propria regolamentazione del gioco d’azzardo, con il doppio obiettivo di risanare le casse dello Stato in seguito alla crisi finanziaria. L’introduzione del “Gratta e Vinci” nel 1994 è la logica conseguenza di questo approccio, e ancor più emblematico è l’aggiunta di tanti tipi diversi di gioco da parte dello Stato.
Dal 2003 al 2010: “terzo periodo”
Ma è nel nuovo millennio che l’Italia prende una strada più percorribile, rendendo il gioco d’azzardo un settore economico a sé stante. In questo che può essere considerato il “terzo periodo”, ci sono due date importanti da ricordare: una è l’8 luglio del 2002, in cui con decreto legislativo numero 138 si accorpa in un unico organismo il controllo del gioco d’azzardo. Nasceva così l’AAMS, acronimo di Amministrazione Autonoma dei Monopoli di Stato. L’altro anno importante è il 2006, anno del Decreto Bersani, in cui veniva permesso agli operatori stranieri di offrire servizi in Italia.
La situazione attuale in Italia
Il Report Digitale 2022 fornito da We Are Social parla chiaro in materia di abitudini degli italiani sul gioco d’azzardo. Sui 50 milioni di cittadini connessi a Internet per oltre sei ore al giorno, di questo tempo quasi 40 minuti è dedicato al gaming, e in gran parte al gioco d’azzardo. Ciò è stato possibile grazie alle riforme precedentemente analizzate, e anche a un approccio differente da parte degli organi statali, che hanno finalmente visto in questo settore un’opportunità, come è accaduto, e accade, a Malta e Gibilterra. Un’opportunità così importante e redditizia tale che lo Stato italiano nel 2021 ha aumentato il prelievo erariale con la legge legge 160 comma 731, prelevando il 24 % sulle AWP, rispetto al 23,85 % del 2020. Non solo, anche sulle VLT c’è un aumento da 8,50 % a 8,60 %.
Il settore del gioco d’azzardo e delle scommesse fa registrare numeri da capogiro soprattutto da quando c’è stata la transizione da analogico a digitale. Il governo italiano non era assolutamente preparato a livello legislativo per introiti di tale portata, e poco a poco si sta allineando seguendo l’esempio di nazioni che hanno beneficiato e non poco di questo settore.
(articolo promoredazionale)
