Nella sede storica resteranno solo le moto vincitrici di quattro mondiali, bufera sul sindaco Ricci
Enormi camion parcheggiati davanti al Museo Morbidelli, nei capannoni che hanno segnato la storia dell’industria pesarese e del miracolo motociclistico di Giancarlo Morbidelli. Viene da piangere. Lui, 85 anni e una passione senza confini per le due ruote, ha tenuto duro fino all’ultimo. Voleva che le sue moto, raccolte in tutto il mondo in una vita intera fino a diventare una delle collezioni più importanti e ricche esistenti, restassero in eredità a Pesaro, magari dentro al progetto della Motor Valley di cui si è parlato (purtroppo solo parlato) per tanti anni. Invece no. Invece dalle parole non si è mai passati ai fatti e il patrimonio inestimabile raccolto da quello che viene definito un genio del motorsport lascerà i confini marchigiani. E, purtroppo, anche l’Italia. Perchè quella collezione, che custodiva pezzi unici al mondo e del valore complessivo di svariati milioni di Euro, sarà acquistata da qualche investitore lungimirante che, ora, replicherà il Museo Morbidelli altrove.
Sui social, appena appresa la notizia di quei tir che ormai da ore stanno caricando i bolidi di Giancarlo Morbidelli, è scoppiata la bufera mediatica. Gli appassionati puntano il dito sul sindaco Ricci, che a quanto pare non ha mai mostrato l’interesse di lasciare in terra cittadina il Museo Morbidelli.
A Pesaro, stando a quanto è dato sapere, resteranno solo le moto che Giancarlo Morbidelli portò sul tetto del mondo con Pileri, Lega, Nieto e Bianchi, vincendo quattro titoli piloti, e le moto che parteciparono ai vari campionati mondiali. Così ha deciso la famiglia Morbidelli.
