Visita istituzionale a Palazzo dei Capitani per l’esponente del Governo Meloni, giunta in città per incontrare candidati e sostenitori di Forza Italia in vista delle prossime elezioni
di Federico Ameli
La campagna elettorale sta per concludersi, ma ad Ascoli c’è ancora spazio per qualche visita istituzionale di prestigio. Dopo Giorgia Meloni, Matteo Salvini, Elly Schlein e i ministri Lollobrigida e Roccella, è di nuovo un’esponente del Governo a fare visita in città alla vigilia della prossima tornata elettorale.
Si tratta, in questo caso, di Anna Maria Bernini, ministro dell’Università e della ricerca, giunta in città per incontrare sostenitori e candidati di Forza Italia a Palazzo dei Capitani e tirare la volata ai rappresentanti locali e nazionali del partito in vista delle imminenti elezioni.

Accompagnata dal sindaco Marco Fioravanti, dall’assessore Donatella Ferretti, dal coordinatore regionale di Forza Italia Francesco Battistoni, dal coordinatore provinciale Valerio Pignotti e dalla responsabile del dipartimento delle Politiche sociali di Forza Italia Marche Alessandra Di Emidio, Bernini si è soffermata sui temi cari al suo ministero e, da qualche mese, anche ad Ascoli, che in passato ha troppo spesso sprecato chance preziose sul piano dello sviluppo in chiave universitaria.
Di fronte a due spettatori di spicco come Gian Luca Gregori per la Politecnica delle Marche e Graziano Leoni per l’Università di Camerino, rettori dei due atenei attivi in città, il ministro Bernini ha evidenziato l’importanza di fare rete e agire con unità d’intenti, favorendo il dialogo tra struttura universitaria e territorio.
“Non esistono imprese impossibili, ma esiste la forza del network – sottolinea Bernini – Lo slancio individuale ti può far vincere qualche partita, ma per arrivare alla Champions c’è bisogno di un lavoro di squadra, questo è il grande insegnamento del presidente Berlusconi. Le università italiane sono una realtà straordinaria, di cui tutti dobbiamo essere orgogliosissimi. Purtroppo stiamo vivendo un inverno demografico tra i più lunghi della nostra storia. Per questo, gli atenei devono tarare volta per volta la loro azione sulle necessità del territorio e aprirsi al mondo esterno per elaborare una strategia condivisa”.

In un momento storico in cui il mondo dell’occupazione e quello della formazione faticano a convivere, il ministro ha evidenziato la necessità di un confronto costante tra chi lavora e chi, un giorno neanche troppo lontano, sarà chiamato a raccoglierne l’eredità.
“Le università e le imprese interpretano le voci dei territori e devono dialogare in maniera sempre più intensa – prosegue – Spesso si sottovalutano gli investimenti dell’università sui giovani, quando invece il 40% delle iscrizioni è riservato alle borse di studio. Collaborando e non facendosi concorrenza si riesce a raggiugere un obiettivo, che peraltro è il senso della buona politica”.

