Destinato anche a riserva idrica
Negli anni 60 era un luogo di svago, di ritrovo per famiglie e sportivi dediti alla pesca, ma era anche parte di un indotto economico legato all’allevamento delle anguille. Era il lago Bergamo, ma tutti lo conoscevano come lago di Barchi (situato nel pesarese). Poi nel 1985 si decise di chiuderlo e prosciugarlo per una serie di ragioni legate alle leggi dell’epoca e sulla sicurezza degli invasi e poi fu l’oblio e l’invaso lasciato alla natura che ha fatto il suo corso e se ne è impossessata.
Ora, grazie ad un contributo di 300.000 euro della Regione Marche ritornerà a nuova vita, fatte le dovute opere di ripulitura e di adeguamento strutturale. Oltre a ritornare luogo di meta per scampagnate e passeggiate o di appassionati di pesca sportiva, con i suoi 98.000 metri quadrati di acqua e 6 metri di profondità massima, avrà anche una funzione di sicurezza, ovvero sarà destinato a riserva idrica in caso di incendi o irrigazione in caso di siccità ed ecologica come area di ripopolamento faunistico per specie autoctone o migratorie, come specificato questa mattina in conferenza stampa l’Assessore Regionale all’ambiente Stefano Aguzzi assieme al Sindaco di Terre Roveresche Antonio Sebastianelli.