Il dott Olivieri smonta l’ospedale a Ragnola: “La sanità privata ringrazia”

“Come descritto dall’architetto Micozzi sarà sulla tipologia di quello di base in fase di realizzazione ad Amandola”

Il dott. Luigi Olivieri si è apertamente schierato a difesa dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto del Tronto con un comitato civico e come medico. Il 28 dicembre, il Consiglio comunale ha approvato l’atto di indirizzo per indicare alla Regione Marche il terreno di via Sgattoni, nel quartiere Ragnola di Porto d’Ascoli, quale location idonea per costruire il nuovo ospedale. Il giorno dopo, il dott. Olivieri interviene nell’esclusiva veste di medico con una nota dal titolo “A Ragnola l’ospedale dell’architetto Micozzi. La sanità privata ringrazia” (l’arch. Micozzi è il consigliere comunale di maggioranza che si sta impegnando per il nuovo ospedale).

Scrive il dott. Olivieri: “L’amministrazione del sindaco Spazzafumo nella convocazione del 28 dicembre 2022 con i voti favorevoli di Forza Italia e Fratelli d’Italia, i voti contrari del centrosinistra, di De Vecchis del gruppo misto, con l’astensione di Marinangeli della Lega e l’uscita dall’aula di Pasquali dei socialisti, ha approvato la risoluzione di individuare nel quartiere Ragnola il sito da indicare alla Regione Marche per lo studio di fattibilità tecnica ed economica atto alla realizzazione di un ospedale di primo livello nel comune di San Benedetto del Tronto. Come descritto dall’architetto Micozzi in sede consiliare avrà 14 reparti con 250 posti letto, costruito su quattro piani occuperà solo una superficie di un ettaro e mezzo, 650 posti auto e tanto verde intorno. Nessuna descrizione sui servizi sanitari offerti.


Fra pochi giorni, dal primo di gennaio 2023, l’Azienda Sanitaria Unica Regionale ASUR con un bacino di 1,5 milioni di utenti non sarà più operativa e le sue funzioni passeranno nel nostro territorio alla Azienda Sanitaria Territoriale AST di Ascoli Piceno con un bacino di 204mila utenti ed un numero di posti letto del 3,7 per mille. Quindi, sebbene il committente sarà sempre la Regione Marche, l’utilizzatore non sarà più l’ASUR Regionale ma la costituenda nuova AST di Ascoli Piceno”.

Il dott. Olivieri spiega che saranno tre le logiche conseguenze.
Punto primo. “Nella AST di Ascoli Piceno per il DM 70 potrà esserci un solo ospedale di primo livello (150-300mila utenti) anche se politicamente annunciato su due plessi, ma di fatto collocato al Mazzoni con le direzioni generali, amministrative e gestionali e per i servizi sanitari tutto il dipartimento di emergenza DEA con direzione del 118, la MURG, la UTIC ed i primariati dipartimentali e le scuole universitarie. Tutte funzioni operative già da tempo ed in fase di potenziamento al Mazzoni”.

Punto secondo. “Sulla commissione tecnica dello studio di fattibilità nominata dal Presidente Acquaroli non si può escludere che arriverà alle stesse conclusioni di quella che è stata precedentemente incaricata dal Presidente Ceriscioli (i funzionari regionali sono più o meno gli stessi) cioè che a San Benedetto del Tronto non c’erano allora e non ci saranno certamente né oggi né in futuro le condizioni di un impianto urbanistico con impatto socio-economico atto alla delocalizzazione di un nuovo plesso ospedaliero adatto per gli spazi e per le funzioni ad un primo livello.

Ma poiché queste funzioni saranno già da tempo presenti al Mazzoni di Ascoli Piceno quell’area individuata nella delibera del 28 dicembre 2022 potrebbe comunque essere considerata idonea per un’altra tipologia di impianto ospedaliero, anche per non far perdere politicamente l’ospedale a San Benedetto del Tronto. Con ogni probabilità così come descritto dall’architetto Micozzi sarà sulla tipologia di quello di base in fase di realizzazione ad Amandola ma, poiché considerato secondo plesso con il Mazzoni (primo livello su due plessi) avrà probabilmente un pronto soccorso cosiddetto ‘avanzato’ in considerazione della popolazione residente e del flusso turistico, della vicinanza in 20 minuti via superstrada con DEA, MURG, UTIC, i dipartimenti medici – chirurgici e della diagnostica avanzata in Ascoli Piceno nella nuova palazzina già finanziata”. 

Punto terzo. “Nel frattempo che l’iter di cui sopra arrivi a conclusione, facendo seguito alle normative in essere che regolano la ‘spending review’ ed il taglio della spesa sanitaria previste ora dalla finanziaria approvata, non arriveranno più risorse da investire nell’attuale “Madonna del Soccorso” se non per le manutenzioni ordinarie e la gestione di quelle prestazioni che non potranno essere coperte dall’Azienda Sanitaria Territoriale di Ascoli Piceno al “Mazzoni” o dalla Sanità Privata Accreditata già presente sul territorio.

Un ottimo affare quindi per la Sanità Privata Convenzionata anche se comunque regolata dall’utilizzo di prestazioni sotto budget, ma soprattutto per quella privata pura – conclude il dott. Olivieri – che avrà avanti a sé oltre un decennio di attività senza il competitor pubblico operante sul territorio sambenedettese. Cruda realtà, ma così sarà”.

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