“Il Comune fissi il canone di occupazione entro i 500 euro annui”
Il nuovo villaggio della piccola pesca finisce in Consiglio comunale con una mozione presentata da Annalisa Marchegiani e Paolo Canducci di Europa Verde-Rinasci San Benedetto. Verrà discussa in aula il 12 febbraio.
Il testo della mozione. “Comune di San Benedetto del Tronto, a seguito di Progetto finanziato denominato “New Seafood Commerce”, ha realizzato il complesso operativo a terra per gli operatori della piccola pesca locale.
La vicenda ricostruita è ben travagliata: nel primo bando, l’allora Amministrazione si è accorta tardivamente, solo nel 2015, che i box avrebbero invaso la strada, tanto che ha dovuto rinunciare al finanziamento. Nel secondo bando, l’Amministrazione Piunti per ritardi di varia natura si è persa il finanziamento per la demolizione, mentre l’odierna Amministrazione si è accorta solo a Gennaio 2022 che due dei box ricadono in area demanio marittimo e, dunque, sono di proprietà dell’Ente Portuale che, a quanto consta, stante la trattativa in atto, li rivendica. Dagli atti emerge che ci sono stati numerosi incontri tra gli operatori della piccola pesca e il Consorzio CO.GE.PA con le varie amministrazioni susseguitesi negli ultimi 10 anni, nei quali è stato sempre assicurato agli stessi il ricollocamento nel nuovo villaggio come da intese intercorse fin dall’anno 2011 nell’ambito del procedimento di approvazione ai sensi dell’art 8 del Piano Regionale dei Porti.”
La mozione prosegue: “Vista la volontà di questa Amministrazione di procedere all’assegnazione dei nuovi box mediante procedura ad evidenza pubblica, previo avviso o bando da pubblicarsi sul sito del Comune di S.an Benedetto del Tronto, così come risulta dalla pubblicazione sul sito del Comune della bozza di regolamento della piccola pesca in data 27/1/22 prot. 6123; – la volontà di questa Amministrazione, come scritto testualmente nel regolamento, di valorizzare la tradizione della marineria sambenedettese e favorire la diversificazione delle attività connesse alla pesca, nonché attrarre i giovani agevolando il ricambio generazionale; – gli articoli 3, 5, 6, 7 e 8 della stessa bozza di regolamento che individuano le modalità di assegnazione dei box a seguito di procedura ad evidenza pubblica, indetta previo bando (art. 5), nonché i requisiti per l’assegnazione (art. 6), le riserve di cui questa Amministrazione può avvalersi per l’assegnazione dei box e i criteri preferenziali che può imporre per la determinazione della graduatoria (art. 7), la durata (art. 8) ed infine (l’art. 10) il canone di concessione del box; – tra i requisiti indicati per l’assegnazione e la rispondenza ai criteri preferenziali elencati, uno su tutti, quello che stabilisce la natura prevalente dell’attività di pesca rispetto alle altre attività svolte dall’operatore. Il principio del “reddito prevalente” non risulta inserito tra i requisiti richiesti dal citato Flag Marche Sud o da avviso pubblico nazionale o regionale, anche in linea con il carattere “artigianale” dell’attività: è fatto notorio che i piccoli pescatori sono autorizzati a vendere il pescato entro i 50 Euro giornalieri senza alcun obbligo fiscale.
Considerato che i box di proprietà del Comune sono non più 11, come quelli finanziati, costruiti e rendicontati alla Regione, bensì solo nove, mentre due sono in sub-concessione dell’Ente Portuale, in quanto proprietario dell’area su cui insistono i due manufatti; la ricaduta diretta è che, per ciascuno dei due box, questa Amministrazione sarà tenuta molto probabilmente a pagare un canone demaniale annuale pari a 2mila e 500 euro Euro all’Ente Portuale”.
I consiglieri chiedono l’impegno del sindaco e della giunta “ad assegnare i nuovi box del villaggio, nel rispetto delle intese di ricollocamento pregresse e dell’adesione al progetto, agli operatori della piccola pesca artigianale che già occupano i box attualmente esistenti; a fissare il canone di occupazione annuale richiesto agli assegnatari dei nuovi box, tenendo in considerazione la rilevanza socio-economica dell’attività svolta dagli operatori della piccola pesca e comunque da limitarsi ad una cifra non superiore ad euro 500 Euro annui; a prevedere nel preannunciato bando per l’assegnazione dei nuovi box la partecipazione, non solo a titolo individuale o in forma societaria di varia natura, anche di associazioni costituite, in linea peraltro con tutti gli avvisi pubblici dove l’aggregazione dei soggetti costituisce sempre un elemento di premialità”.
