Il presidente onorario dell’Ancona, uomo simbolo insieme a Gadda: “Un anno per costruire, mine vaganti fino a gennaio. Il sindaco non ha sbagliato una mossa ma non lo lasceremo tranquillo
di Tommaso Bocci
Chiarezza è il termine adatto a descrivere la conferenza mattutina di Vincenzo Guerini, presidente onorario e responsabile tecnico, ma soprattutto reale punto fermo della nuova Ancona. Ecco qualche estratto delle sue dichiarazioni che svelano problematiche e obiettivi mirati, oltre che svariati dietro le quinte societari:
“La società da quello che so io è stata costruita in 3 giorni, fra di loro si conoscono pochissimo, diamogli il tempo di poter costruire, quello che ho detto loro è che devono lavorare per costruire una società forte. Io e Gadda abbiamo la fortuna che la tifoseria ci dia tempo, abbiamo un anno per costruire una società forte, questo è l’appello che faccio a tutti, chi può e nella città so che ci sono, aiuti questa squadra. Se a fine anno riuscissi a fare questo me ne andrei via felice. Se una società forte verrà instituita non penso che servirò, in questo momento servo per prendere tempo, la gente si aggrappa a noi, ma baratterei qualsiasi cosa per avere a fine anno per avere una società solida che costruisca una squadra forte.”
Guerini ha parlato così della ricostruzione: “Una situazione del genere in 50 anni di calcio non l’avevo mai vista, di solito quando si subentra si trova almeno 10 giocatori. Quando si ricrea qualcosa da zero ci sono sicuramente degli errori, e ci tengo a dire che non tutti quelli che c’erano l’anno scorso in questa società sono da buttar via”. Il riferimento è alla vicenda del team manager Bartocetti, rimasto e ben accetto da Gadda, ma non visto di buon occhio dalla proprietà. E continua: “Sono stato fortunato a ritrovare Massimo Gadda e un gruppo di primissimo ordine, i primi giorni non si conoscevano neanche e si sono dovuti imparare tutti i nomi degli altri. Senza i magazzinieri saremmo stati in mezzo alla strada, ero spaventato perché in quattro e quattr’otto dovevamo costruire un’identità, trovare un ritiro, il materiale, la società a livello tecnico non ci ha fatto mancare niente.
Su una delle mancanze ha tuonato: “Sono andato via nel 94’ e non c’era un campo di allenamento, sono tornato nel 2024 che non c’è un campo di allenamento, vi pare normale? Sono andato a Montemarciano per sentire dove allenarci e anche il Montemarciano per dire ha due campi, noi dobbiamo quasi prostituirci per vedere se ci lasciano allenare, o sennò sono gli altri che decidono gli orari per noi.” Si è poi espresso sulla squadra rivoluzionata che si appresta ad affrontare la prima di campionato in D: “Il Ds in 15 giorni ha fatto 20 giocatori, penso che non possa averli indovinati tutti ma personalmente, ora che li vedo tutti i giorni mi sembra difficile dire vai via perché sono piacevolissimi, un divertimento vederli allenare, è la sorpresa più bella. Magari all’inizio c’era la paura di affrontare le altre e fare delle figuracce, ma abbiamo dimostrato già qualcosa, dispiace essere eliminati dalla Coppa Italia ma l’abbiamo fatto onorando la maglia. Sta nascendo un bel gruppo, è una squadra che fa di tutto per giocare palla a terra, è la nostra caratteristica e ho chiesto al mister di continuare a lavorare su questo aspetto. La prima è sempre importante per l’ambiente, penso che siamo pronti, ma anche che ci sarà molta emozione per i ragazzi. Possiamo recitare il ruolo di mina vagante fino a dicembre-gennaio, ci vedo dietro le prime 4-5.”
Sul ruolo del sindaco nella possibile ricerca a nuovi investitori ha accennato:
“Fino ad adesso per me non ha sbagliato una mossa, ma non lo lasceremo tranquillo, gli chiederemo di usare il suo potere, essendo sindaco di una città capoluogo.” Infine, ecco la sua unica richiesta verso i tifosi: “Chiedo ai tifosi di restare uniti perché sono la nostra forza, abbiamo bisogno di loro. Non chiedo loro aiuto, perché pagano già abbonamenti e biglietti, chiedo compattezza e unità di intenti. Noi siamo andati in Serie A perché abbiamo partecipato tutti e tutti abbiamo vinto, la società, la stampa, il pubblico, senza una di queste cose non ce l’avremmo fatta.”