Grottammare aderisce alla rete di promozione culturale “Città del tempo delle Marche“: una storia quella legata all’ingegneria meccanica di precisione che localmente parte dal Settecento e che oggi trova l’occasione giusta per trasformarsi in appeal turistico.
“Dopo aver restaurato l’orologio e assicurato l’apertura del Teatro dell’Arancio per le visite tutta l’estate – annuncia l’assessore alla Crescita culturale e al Turismo, Lorenzo Rossi -l’Amministrazione ha intenzione di continuare a garantire nuove visite guidate da parte degli animatori del Museo dell’Orologio, elaborare una pannellonistica illustrativa adeguata e realizzare dei contenuti multimediali esplicativi”.
Tutelare e valorizzare i beni culturali legati alla misurazione del tempo è lo scopo di un gruppo di interesse promosso dall’associazione Museo dell’Orologio di Montefiore dell’Aso, che coglie l’imminente celebrazione del decennale della fondazione (2014) per “illuminare” le tante realtà marchigiane accomunate dalla salvaguardia di questo particolare patrimonio, materiale e immateriale.
L’adesione approvata dalla Giunta comunale in una delle ultime sedute non prevede costi a carico della collettività, ma promette vantaggi in termini di promozione turistico-culturale, rispetto alla quale la Città di Grottammare non si fa trovare impreparata.
Tra il 2019 ed il 2022, infatti, il Comune di Grottammare ha scoperto di essere una città del tempo grazie ad un percorso di tutela, restauro e valorizzazione dei suoi beni legati al tempo partito con il restauro dell’orologio solare di Piazza Peretti (2019) e proseguito con il restauro e la valorizzazione di quello meccanico da torre, opera nr. 12 del costruttore Pietro Mei di Montecarotto (Orologio del Teatro dell’Arancio). Datato 1844, quest’ultimo, oltre ad essere il secondo orologio meccanico più antico delle Marche, è anche quello meglio conservato del costruttore montecarottese.
Nel corso del restauro, sono stati identificati altri due orologi realizzati dai costruttori di Montecarotto: un orologio da torre firmato Antonio Galli, conservato (ancora non restaurato) presso la chiesa di San Pio V, e un secondo orologio da torretta del 1922, firmato Eduardo Marconi, custodito presso il Palazzo Citeroni.
“La presenza di tutti i costruttori detti “montecarottesi” – afferma il direttore del Museo dell’Orologio di Montefiore, Oronzo Mauro – conferisce a Grottammare il primato di città più rappresentativa dei costruttori marchigiani. Presso l’archivio storico comunale sono presenti documenti che attestano la presenza di orologi meccanici almeno antecedenti al 1754.
Ci sono tanti aspetti di Grottammare che ancora sono tutti da scoprire. Il focus posto nel corso di questo ultimo lustro sulla storia del patrimonio industriale e sul sistema orario pontificio mostrano una Grottammare ottocentesca molto affascinante e ricca di molte curiosità, siamo agli inizi di un lungo percorso di studi e momenti di condivisione con la cittadinanza“.