L’inchiesta partì grazie ad alcune intercettazioni
Si avvia verso una fase cruciale l’indagine dei cosiddetti “green pass falsi“, lo scandalo che scoppiò sotto le Cento Torri all’inizio del 2022, quando si inscenarono alcune finte vaccinazioni anti Covid per ottenere il famoso pass che serviva per poter andare a lavorare.
Nei mesi scorsi alcuni degli indagati avevano patteggiato la pena a dieci mesi di carcere. In tutto erano 19 erano finiti sotto inchiesta, con un farmacista di Appignano e un medico di Ascoli che finirono in manette. A novembre, per loro, è prevista l’udienza preliminare per i due con l’accusa di truffa, falso materiale commesso da pubblico ufficiale.
L’inchiesta partì grazie ad alcune intercettazioni che aiutarono gli investigatori nell’allargare il raggio d’azione per intercettare la rete di varie persone che, contrarie all’inoculazione, hanno cercato un modo di aggirare la questione e poter recarsi ugualmente nel proprio posto di lavoro durante la fase clou della pandemia Covid 19.
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