Giovagnetti, Montesi, Marconi e tanti promossi: Labor in festa

Il commento dopo il playout vinto contro il Senigallia

di Tommaso Bocci

In una sfida salvezza così tirata ed equilibrata come quella andata in scena tra Labor e Senigallia, terminata per 2-1, ogni singola giocata, contrasto ed errore ha sancito il destino che ha portato i padroni di casa a poter rialloggiare nel paradiso della Prima Categoria ed i senigalliesi a retrocedere in Seconda. Vediamo però nel dettaglio chi sono stati i migliori ed i peggiori delle due compagni. Partendo dai vincitori della Labor, è impossibile non citare il coraggio di mister Giovagnetti che in una partita da dentro e fuori allestisce una squadra spiccatamente offensiva, con tutti gli attaccanti che lo hanno poi adeguatamente ripagato. Montesi e Marconi sono stati autori entrambi di una prestazione di egual qualità e sacrificio, anche se la scena là davanti gliela ruba sicuramente Strappini, il cui ardore unito alla maglia color arancione acceso della Labor, lo rendevano una sorta di supereroe sulla sinistra, “i cattivi” che cercavano di fermarlo venivano immediatamente fatti cadere da dribbling in velocità e messi alle strette da passaggi illuminanti, di cui uno in particolare era un assist al bacio clamorosamente non tramutato in rete dal suo compagno. Non lo abbiamo incoronato come migliore in campo soltanto per un motivo, il gol di Ortolani al 93’ è troppo importante per non renderlo l’uomo non della giornata ma dell’intera stagione. Va dato a Cesare quel che è di Cesare ed oggi il capitano Belelli in campo ha dominato come un imperatore, vero trascinatore del centrocampo dettando ritmi e intercettando con foga tanti palloni, oltre che marcatore del 1 a 1 che riaccende gli animi del popolo di Santa Maria Nuova. L’unico che quasi stava per rovinagli la festa è stato Sbaffi, il cui numero 3 dietro le spalle non è lontano dal voto in pagella, prima il buco difensivo clamoroso dalle sue parti che ha portato al rigore, poi il rosso scellerato neanche 60 secondi dopo il pareggio, per sua fortuna nessuno ricorderà questi episodi e potrà godersi insieme agli altri i festeggiamenti. Umore opposto quello del Senigallia, che però può uscire a testa alta da questa sfida, mister Frulla non può infatti recriminare nulla alla sua squadra ma qualcosa a sé stesso sì, in quanto la gara come spesso succede nei Playout è stata decisa da degli episodi e lui che aveva il vantaggio dell’uomo in più non è ben riuscito a gestirlo a suo favore. Chi ha provato più di tutti a riscriverne la storia è stato l’attaccante Bodlli, che oltre ad aver trasformato in maniera glaciale il rigore del vantaggio, ha combattuto sfruttando la sua fisicità per tutti i suoi minuti in campo, fino a che non si è accasciato per infortunio. È stato forse proprio questo lo spartiacque della partita, in 11 e con la possibilità di spingere, i subentrati Grossi e Galavotti non sono riusciti a mantenere alta la soglia del pericolo in area, permettendo alla Labor di riaffacciarsi.

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