BASKET – Il tecnico pesarese è sulla panchina di Bergamo e domenica ha vinto contro la Poderosa: “Ho trovato un gruppo fantastico”. Sulla VL: “Avrà molte difficoltà”
di Andrea Verdolini
Il paradosso dello sport, fatto persona: più ci impegniamo e meno riusciamo a comprendere come un allenatore con il curriculum, il carisma, le capacità tecniche e di conoscere l’animo più profondo di quella genia particolare di uomini che sono i giocatori come Giancarlo Sacco si trovi, da qualche stagione, a guidare dignitosissime squadre che tuttavia cercano di salvarsi nel purgatorio della A2. Lui che a 27 anni nel 1984 (praticamente uno sbarbatello) fu chiamato al capezzale di una Scavolini Pesaro in crisi e che invece condusse alla finale scudetto (persa con la Tracer Milano di Bob Mc Adoo, D’Antoni, Meneghin, Premier e con Dan Peteson in panchina tanto per gradire…), lui specialista in miracoli sportivi, l’ultimo nel 2016 quando salvò una Recanati agonizzante nei playout contro la blasonatissima Virtus Roma, lui che ha vinto una decina di titoli giovanili e coach in due All Star Game. Magari sarà anche colpa del suo carattere squisitamente “portolotto”, nel senso bonario del termine o forse di non avere Santi in Paradiso fattostà che il Primo Marzo viene ingaggiato da un Bergamo con enormi problemi di classifica, costringe la Fortitudo Bologna ai supplementari e sbanca il campo della XL Extralight (ennesima, inutile riprova di un allenatore vincente).
Ti era mai capitato, nella tua lunga ed onorata carriera di subentrare addirittura quasi a Primavera?
“Probabilmente solo a Barcellona Pozzo di Gotto (era il 2012 nda) arrivai più tardi ma solo di pochi giorni.”
Che situazione hai trovato nella tua nuova squadra impelagata, guarda un po’, nella lotta per non retrocedere?
“Sono entrato in punta di piedi ed ho subito apprezzato un gruppo molto affiatato con una società estremamente collaboratrice ed uno staff che lavora in modo fantastico. Non ho fatto tanti stravolgimenti o rivoluzioni se non rimotivare i ragazzi e caricarli dal punto di vista psicologico.”
Ti sei imposto nella prima trasferta a Porto San Giorgio. Che impressione hai avuto della Poderosa comunque ancora terza in classifica, sia pur con Udine e Treviso. Forse inizia a pagare un roster un po’ corto?
“Montegranaro ha tantissimo talento, enormi potenzialità ed è anche fatale che accusi qualche alto e basso. Il roster è corto se alzi l’asticella degli obiettivi e vuoi avere ambizioni importanti: per la salvezza o un campionato tranquillo la rosa è superattrezzata.”
Quanto ti sorprende l’ottima stagione che sta disputando Jesi?
“L’Aurora sta facendo miracoli ed è guidata con intelligenza e sagacia da un allenatore che mette tanta sostanza e pochi fronzoli (il maceratese Damiano Cagnazzo nda)”, un complimento del genere andrebbe inserito nel proprio CV.
La “tua” Pesaro che ha ripreso per i capelli lo spareggio con Capo d’Orlando?
“La VL avrà molte difficoltà nonostante il successo di domenica. Non ho visto quella crescita che mi aspettavo: la squadra gioca ora (a 10 partite dalla fine) esattamente come all’inizio del campionato.”
Quando guiderai finalmente una squadra dall’inizio della stagione?
“Non devi chiederlo a me, io sono a disposizione” e ci viene in mente, chissà perchè, una frase del “Vate” Valerio Bianchini secondo cui la “Nba è il campionato dei giocatori, l’EuroLega degli allenatori, la Serie A italiana è il torneo dei procuratori.
Nel frattempo, da marinaio navigato abituato anche ai mari in tempesta, tenta la sua ennesima impresa. Dopodichè sarà in odore di Santità, cestistica s’intende.