Gabrielloni, dal giorno più bello a quello più triste: “Fiero di essere jesino”

Venerdì sera l’attaccante in Serie A col Como, l’abbraccio di Thierry Henry, l’intervista a “Cronache di Spogliatoio” poi i leoncelli con cui aveva iniziato a giocare sono retrocessi in Promozione, nonostante uno striscione per lui e i cori

Non è bastato nemmeno l‘effetto Gabrielloni per far evitare la Promozione alla Jesina. Al Carotti, prima del playout d’Eccellenza perso col Monturano, striscione e cori per “Gabrigol”, attaccante dal cuore leoncello che solo venerdì sera aveva festeggiato la salita in Serie A da protagonista con il Como – 9 gol e 2 assist in 37 partite di B -. “Sei de Jesi come noi”, cantavano gli ultras. “Uno jesino in Serie A rende fiera la città. Grande Ale”, recitava uno striscione esposto.

Non è servito perché sul campo si è imposto il Monturano per 2-0, nonostante la Jesina avesse due risultati su tre per salvarsi. Anche Gabrielloni non è rimasto indifferente, pubblicando la foto dello striscione sui suoi canali social. “Nel giorno più triste della storia della Jesina, fiero di essere jesino. Grazie a tutti”, la didascalia per accompagnare.

In 48 ore, dunque, emozioni contrastanti per il classe ’94. Prima la massima serie raggiunta con mister Cesc Fabregar giocando l’ultima gara sotto gli occhi di Jamie Vardy, l’abbraccio di Thierry Henry al triplice fischio, l’emozionante intervista a “Cronache di Spogliatoio” diventata mainstream. Poi il riconoscimento del suo popolo e la delusione finale. Ale con la Jesina esordì in prima squadra da giovanissimo nella Serie D 2010-11, realizzando 7 reti in tre anni. Poi Maceratese, Taranto, Martina, Campobasso, Cavese, Bisceglie sino ad arrivare a metà 2017-18 al Como, sempre in D, la sua isola felice. Tre campionati vinti realizzando gol a grappoli. Adesso c’è la Serie A.

Author: redazione