Frode superbonus 110%: salgono a 12 gli indagati

Chiuse le indagini sui cantieri mai aperti

E’ salito a 12 il numero delle persone indagate dalla Procura di Ascoli Piceno nell’ambito di un’inchiesta su fenomeni di frode nell’ambito delle agevolazioni fiscali (cosiddetto Bonus ristrutturazioni facciate e bonus 110%) introdotte nel campo dell’edilizia dal Decreto Rilancio (D.L. 34/2020).

A febbraio 2023 la Guardia di Finanza aveva eseguito due misure cautelari in carcere, una degli arresti domiciliari e una misura interdittiva del divieto di esercizio della professione, sequestrando materiale cartaceo e informatico.
Nei giorni scorsi la Procura ha inviato gli avvisi di conclusione delle indagini ed è emerso che altre otto persone sono state indagate per aver emesso fatture per forniture di attrezzature e prestazione d’opera mai eseguiti. Gli indagati risiedono e operano a cavallo tra le province di Ascoli Piceno e Teramo. La maggior parte dei cantieri fittizi ha riguardato condomini di San Benedetto del Tronto, Grottammare, Monsampolo del Tronto, Monteprandone (Ascoli Piceno) e Martinsicuro (Teramo).

Ipotizzati, a vario titolo, i reati di truffa aggravata per conseguire erogazioni pubbliche, autoriciclaggio, falsità ideologica in certificati commessa da persone esercenti un servizio di pubblica necessità, emissione di fatture o altri documenti per operazioni inesistenti, indebite compensazioni, evasione imposte Iva e Ires. In carcere a febbraio 2023 erano finiti un amministratore di condominio e un imprenditore edile; ai domiciliari un professionista che ha curato la progettazione e la direzione dei lavori.
Anche attraverso intercettazioni telefoniche i finanzieri hanno accertato il ripetuto ricorso a false operazioni di ristrutturazione edilizie e/o rifacimento delle facciate condominiali, la predisposizione di documentazione tecnico-amministrativa e l’emissione di fatture per operazioni inesistenti allo scopo di maturare indebitamente crediti di imposta per importi milionari, da monetizzare attraverso successive operazioni di cessione comunicate all’Agenzia delle Entrate. Dal monitoraggio degli edifici che sarebbero stati oggetto di lavori di ristrutturazione e già conclusi sulla carta, è emersa, invece, la materiale inesistenza dell’esecuzione degli stessi.

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