Fondati torna a Treia per la trecentesima panchina: “Mi scappa davvero un sorriso”

PROMOZIONE – L’allenatore del Corridonia torna dove è entrato nella filastrocca degli eroi: “Grandi emozioni. Il futuro? Non so cosa mi riserverà”

Torna dove tutto è iniziato Giuliano Fondati. La fine della sua avventura da giocatore, l’inizio di quella da tecnico, la pietra miliare delle 300 panchine tra i dilettanti. Le festeggerà nella “sua” Treia domani pomeriggio. Un nome e un volto rimasto innegabilmente legato alla storia dell’Aurora, quello dell’allenatore del Corridonia. È nella filastrocca degli “eroi” del 2011, quelli che dalla Prima Categoria hanno issato i biancorossoblù in Promozione. Poi gli scarpini appesi al chiodo e l’inizio dell’avventura in panchina, dove si è ritagliato uno spazio altrettanto importante: è l’unico insieme a Paolo Passarini ad aver portato la squadra passotreiese ai playoff. Un risultato che gli è riuscito anche a Montefano e proprio a Corridonia. Domani prova a sgambettare, da buon ex, la squadra di Nocera lanciatissima nella sua rimonta.

Quando a inizio stagione ho controllato dove avrei ‘compiuto’ le 300 panchine mi è scappato un sorriso – racconta –. Le traiettorie del calcio sono sempre sorprendenti. Sarà sicuramente una giornata speciale. Dell’Aurora conservo un bel ricordo, è la squadra che ho allenato più volte (124 panchine, ndr) e sarà bello tornare da avversario, giocare una partita importante contro una delle rose più in forma del campionato. Le emozioni più forti di questo percorso? Sicuramente le partite da dentro o fuori e i derby. Ne ricordo uno sulla panchina dell’Aurora, vinto tre a uno con l’uomo in meno e un gran pallonetto di Pandolfi. Ma anche il playout che non finiva mai contro il Camerino, i playoff purtroppo dolorosi con il Montefano a Castel di Lama, con l’Aurora a Loreto, una semifinale pazzesca contro il Chiesanuova a Montefano, l’aver sfiorato i playoff proprio con il Chiesanuova”.

“Poi c’è il percorso che stiamo facendo adesso a Corridonia: l’anno scorso una stagione esaltante, quest’anno le difficoltà iniziali e questo finale di stagione con un ritmo da alta classifica. Ho provato tantissime emozioni e coltivo una speranza: tra Treia, Montefano, Corridonia, Pollenza e Porto Recanati ho vissuto esperienze che mi hanno fatto conoscere grandi uomini di sport. Al netto dei risultati, il lato più bello di questo viaggio restano i ragazzi che ho avuto la fortuna di allenare e a cui spero di aver trasmesso quanto contano la passione e la dedizione come strumenti per superare i propri limiti. Il futuro? Non so cosa mi riserverà, ma sto cercando di ritagliarmi dello spazio dal lavoro per continuare la formazione e crescere. Quel che conta è il presente, però. Abbiamo una salvezza da conquistare a Corridonia. La città e la società mi hanno dato fiducia nonostante un girone di andata sottotono. Poi i ragazzi hanno cominciato a crederci e sono cresciuti tantissimo. Ora è rimasto l’ultimo passo”.

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