Fermana, quale fine? Città affranta senza interesse: Pippo Simoni e l’ennesimo rischio

ECCELLENZA – I maltesi rimandano l’appuntamento anche se professano “positività”, mentre dal mondo del tifo zero reazioni. La proprietà non ha piani B

Dopo aver tirato fuori i nomi degli interlocutori maltesi – Tumas Group, famiglia Fenech (RILEGGI QUI) -, la città è rimasta impassibile. Sono i segni della stanchezza accumulata e delle delusioni provate in questi anni fallimentari. Poche, pochissime reazioni. Per non dire zero. Popolo inerme, trambusto social completamente assente, senza quel baccano che in casi identici – ricordando i fascicoli De Simoni-Rosati, Di Matteo, Martina Fabriani – si era udito fragoroso.

Nessuno appare essere in trepidante attesa in piedi sul divano, tutti seduti senza patemi aspettando l’evolversi di una questione che non è mai stata chiarissima. L’altro giorno a Fermo ci si attendeva che arrivasse qualcuno da Malta. Appuntamento fissato. Poi qualcosa non ha funzionato. Meglio rimandare. Le parti si sono viste in “call”, partorendo poi l’ennesimo comunicato per dire le stesse noiose cose. “Andiamo avanti, siamo positivi”. Uno slogan che ha la stessa valenza di quel “Andrà tutto bene” ai tempi del Covid, quando le videochiamate erano all’ordine del giorno.

E Pippo Simoni? A quanto pare lui “paura non ne ha”, nonostante non faccia “il pompiere” ma l’analista di acque. Pippo è amante del rischio. Ha portato la Fermana dalla Serie C all’Eccellenza, ed ora rischia un’altra volta di rimanere con il cerino in mano. Sì, perchè se saltasse il banco coi maltesi cosa ne sarebbe della Fermana? Ancora lui da solo è un film horror che nessuno a Fermo vuole più rivivere.

Dando oramai per scontato che la Fermana pagherà la ristrutturazione del debito – si aspetta l’ok del tribunale entro l’11 giugno -, si sono quantomeno allontanate alcune voci strane. Dopo i fallimenti tecnici in serie, ci sarebbe mancato pure il fallimento finanziario. Il quadro comunque rimane desolante. Oltre alla prima maxi rata all’Agenzia dell’Entrate, inoltre, la Fermana dovrà mettersi in pari con i debiti ai privati. Uno sforzo non facile, soprattutto alla luce del fatto che i maltesi del vecchio non vogliono proprio parlare.

E intanto siamo alle porte di giugno, con l‘avvocato Gambelli che non parla, con Pippo SImoni che non parla, con mister Brini che non parla. Cosa c’entra il baffo elpidiense? Sarebbe stato bello conoscere la sua versione. In pratica fu lui il tramite dei maltesi. Brini, che allenò a Terni, come avevamo scritto in precedenza ha un’amicizia comune con l’intermediario ternano Francesco Pileri – a quanto pare si dovrebbe trattare di un vecchio arbitro -. Da cosa nasce cosa, Brini ha scardinato le porte ma poi il campo lo ha portato lontano da Fermo I discorsi tra Pileri e Pippo – i due non si conoscevano minimamente, altroché amici di famiglia…. – nonostante questo sono proseguiti però adesso c’è bisogno di capire meglio. Non basta soltanto redigere comunicati per dire “Ci siamo quasi”. La vendita appare ancora lontana. Ma forse il calcio a Fermo non è più un discorso che appassiona…

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