I canarini hanno cambiato tre campi d’allenamento negli ultimi tre giorni, rispunta Porto San Giorgio ricordando le…premesse estive. Sedute più vispe per Savini. Con il Fossombrone tra 10 giorni per iniziare la rincorsa
La Fermana ha cambiato tre campi d’allenamento negli ultimi tre giorni. Martedì ripresa (rigorosamente a porte chiuse…) al Recchioni, mercoledì alla Cops, oggi a pranzo al Pelloni di Porto San Giorgio. Gialloblu globetrotter. Già antichi gli slogan di quest’estate. Era il 16 agosto quando il dg Federico Ruggeri si presentò dicendo: “Mai più allenamenti fuori Fermo. Saremo al Recchioni, alla Firmum o al Postacchini”. La storia ha detto altro. A fine ottobre bottiglie di champagne e post strappalacrime per il ritorno alla Cops neanche forse la Pinetina, ma comunque il campo ha tenuto ed è stato sfruttato a dovere. Stesso non dicasi del Firmum VIllage. Se l’aziendalista Bolzan (che ora flirta con lo United Riccione) si adeguava e c’andava, Brini sul sintetico piccolino e non del tutto perfetto ci ha svolto mezza seduta e poi non ne ha voluto più sapere. E il Postacchini di Capodarco? Desaparecidos. Di rado, ma sempre più frequentemente ultimamente, la Fermana ha proprio rinnegato totalmente le solite premesse tornando quando capita al Pelloni di Porto San Giorgio. Ospitalità chiesta anche oggi. Evidentemente qualcuno ha saldato il conto della porta rotta dal cazzotto di Paolucci a due giorni dalla sfida col Roma City, quando in un momento di rabbia il ds perse il controllo nell’impianto gestito dalla Polisportiva Mandolesi.
Al di là di tutto, la Fermana potrebbe pure allenarsi pure a Citanò o Ascoli Piceno se questo servisse per concorrere alla salvezza. Dettagli al momento sui quali ci si potrebbe passar sopra. Conta infatti fare soltanto punti e soprattutto…iniziare a correre. Con Savini per “accelerare”. La Fermana ha ancora dieci giorni di tempo per far sprintare le gambe, sfruttando il turno di riposo e calibrandosi a puntino in vista del Fossombrone. Fra due domeniche al Recchioni dovrà partire la rincorsa alla salvezza dei canarini, ultimi a -6 dai playout a sette gare dal termine. Serve correre-correre-correre nel vero senso della parola: media punti da impennare e chilometri da percorrere sul campo, possibilmente senza farsi martoriare dai crampi.
Il nuovo allenatore Mirko Savini ha iniziato in settimana il suo vero lavoro da tecnico della Fermana, visto che prima di Teramo aveva avuto soli tre allenamenti per (non) incidere. Al Bonolis si era verificato un crollo vertiginoso nella ripresa. Abbassamento delle energie già visto nella giornata precedente all’ultima di Brini col Roma City. A proposito. Rispetto al passato, adesso le sedute sono più brillanti e più vispe. Oltre al ritmo e al dinamismo, per quanto possibile Savini dovrà mettere benzina nelle gambe della squadra. E’ la missione più complessa. Poi sì che si potrà credere nel miracolo.
